Intanto presso l’ospedale la Schiana di Pozzuoli è stato chiuso un intero reparto perché cinque operatori sanitari sono risultati positivi al Covid-19
di Gennaro Savio*
Il coronavirus continua a mietere vittime nel nostro paese. Anche tra gli operatori sanitari che in termini di vite umane stanno pagando un prezzo altissimo. Infatti al momento sono 109 i medici e 28 gli infermieri deceduti, mentre i contagiati nel mondo della sanità sono circa settemila. Tra i medici morti, ci sono anche apprezzati professionisti in pensione che avevano deciso di ritornare in corsia per aiutare i colleghi in servizio a sconfiggere il Covid-19. Ma quello che fa più rabbia in questa tragica vicenda, è che molti operatori sanitari, soprattutto nelle prime settimane del propagarsi del coronavirus, hanno operato senza poter contare sull’utilizzo dei necessari dispositivi di protezione individuale. E a tal proposito sono tante le testimonianze a dir poco eloquenti. Come quella resa giovedì 9 aprile 2020 al quotidiano “Il Messaggero” dal Dott. Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, il quale tra l’altro, ha affermato: “Le lacune e le omissioni organizzative sono difficilmente comprensibili e ancor più difficilmente giustificabili, alla luce di questi numeri drammatici. La maggior parte, erano medici di medicina generale, mandati a combattere a mani nude contro il virus, senza gli adeguati dispositivi di protezione dpi, ma anche pneumologi, medici penitenziari, medici legali». Sin qui le parole del Dott. Anelli. A causa della mancata fornitura da parte del servizio sanitario nazionale dei necessari dispositivi di protezione individuale persino ai medici di base, soprattutto nella fase iniziale dell’emergenza sanitaria, il Partito Comunista Italiano Marxsita-Leninista ritiene senza ombra di dubbio si possa parlare di strage di Stato. Una strage di Stato degna delle logiche sociali ed economiche perverse dell’infame sistema capitalistico e che pesa moralmente come un macigno sulla coscienza della classe politica italiana a tutti i livelli istituzionali che nonostante si parlasse da settimane dell’imminente possibile pericolo, si è fatta trovare completamente impreparata ad affrontare l’arrivo e il propagarsi del Covid-19. Tra le eroine italiane del nostro tempo col camice bianco risultata positiva, c’è anche Alessandra Sagliocchi, giovanissima dottoressa già Consigliere comunale della città di Bacoli, che da qualche anno svolge la sua attività professionale in un ospedale del nord Italia. “Sono – ha scritto qualche giorno fa su suo profilo FaceBook, Alessandra – l’ennesimo soldatino positivo al Covid. Mi risparmio e vi risparmio la rabbia per aver lavorato con zero dispositivi di protezione individuali, armata di fionda e senza armatura. Mi risparmio e vi risparmio l’assurdità di essere tassello essenziale ma sacrificabile, l’ingranaggio che deve necessariamente girare ma che continua a farlo basandosi sulla buona sorte, sperando banalmente nella fortuna del non contagio”. Sin qui una piccola parte del post-denuncia di Alessandra Sagliocchi a cui va il nostro più sincero e fraterno augurio di una pronta e completa guarigione. Restando in tema, è sconcertante quanto denunciato in queste ore dal sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione che scrive: “Leggo con sconcerto le notizie che arrivano dall’ospedale Santa Maria delle Grazie. Un intero reparto chiuso, ed altri rischiano la quarantena. Medici e infermieri contagiati per contatti avuti con un paziente, prima dichiarato negativo, e poi risultato positivo al Coronavirus. Inaccettabile. Notizie che i sindaci dei Campi Flegrei hanno il dovere di sapere. Non dalla stampa, non “per sentito dire”. Ma dalle fonti ufficiali. Abbiamo il diritto sacrosanto di essere messi a conoscenza. Subito. “La Schiana” di Pozzuoli rappresenta il principale riferimento sanitario per le nostre comunità. Vi lavorano tanti bacolesi, vi sono ricoverati tantissimi bacolesi. La struttura è frequentata ogni giorno da centinaia e centinaia di cittadini di Bacoli. Ho il dovere di difenderli, tutelarli. E lo farò con ogni mezzo. A partire dal personale sanitario, eroi lasciati troppo spesso allo sbaraglio. Passando per i pazienti, l’anello più debole della catena, che devono essere certi di trovarsi in un luogo sicuro. Non permetterò che i sacrifici di migliaia di persone, tra professionisti e famiglie, vengano vanificati”. E a dimostrazione che se ben attrezzati ed equipaggiati dei necessari dispositivi di sicurezza, medici, paramedici ed infermieri possono lavorare al sicuro e senza il rischio di ammalarsi, c’è il Cotugno di Napoli, un ospedale modello nella cura dei malati di Covid19 e in cui l’unico contagiato tra i sanitari, potrebbe aver contratto il tenuissimo virus all’esterno della struttura ospedaliera. E allora si corra ai ripari per fermare questa inaudita ed ingiustificabile strage di Stato, esportando ovunque il metodo Cotugno. Si metta immediatamente tutto il personale sanitario italiano, in condizione di svolgere la propria nobilissima professione nella massima sicurezza. E lo si faccia immediatamente, senza perdere ulteriore tempo e con esso altre preziose vite umane!
*Dirigente del PCIM-L