Non è un “divieto assoluto”, spiega Conte, “non si ferma tutto”, non si bloccano treni e aerei: sarĂ possibile muoversi per comprovate esigenze lavorative o per emergenze e motivi di salute. Ma la polizia potrĂ fermare i cittadini e chiedere loro perchĂ© si stiano spostando in territori dove la crescita dei casi di contagio porta il governo a disporre misure mai così restrittive.
“Mi assumo la responsabilitĂ politica” delle decisioni che vengono prese in queste ore: “Ce la faremo”, dice Conte a notte fonda. E lancia un appello alla “auto responsabilitĂ ”: per fermare il contagio non si può piĂą “fare i furbi”, dice invitando i ragazzi a stare in casa a leggere e tutelare così la salute dei loro nonni. La firma del decreto del presidente del Consiglio, frutto dell’accorpamento di due dpcm inizialmente previsti, arriva dopo una lunga giornata di contatti con le Regioni e dopo una fuga di notizie (“irresponsabile” e “rischiosa per la sicurezza”, dice Conte) che porta al diffondersi della bozza non ancora ultimata. I presidenti di Regione su quella bozza dichiarano perplessitĂ , dubbi. Ma milioni di cittadini del centro nord, dopo la diffusione della notizia, iniziano a interrogarsi sulla portata delle misure: “Si è creata confusione”, accusa Conte.
E sono passate le due di notte quando scende nella sala stampa di Palazzo Chigi a illustrare le misure. Nel dpcm finale ce ne sono alcune generalizzate per tutta Italia, tra cui lo stop a pub, discoteche, sale gioco e manifestazioni di cinema e teatro. E ce ne sono altre, molto piĂą rigorose, che riguardano un’ampia fascia del nord Italia.
“Non c’è piĂą una zona rossa – spiega il premier – scomparirĂ dai comuni di Vo’ e del lodigiano. Ma ci sarĂ una zona con regole piĂą rigorose che riguarderĂ l’intera Lombardia e poi le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli,Padova, Treviso e Venezia. Qui fino al 3 aprile – per fare solo due esempi – saranno limitati i movimenti, salva la possibilitĂ di rientrare a casa propria, e i bar e i ristoranti dovranno chiudere alle 18 e per il resto della giornata garantire distanze di almeno un metro. Chi ha 37,5 di febbre è invitato a restare a casa, chi è in quarantena ha il divieto assoluto di uscire. Restano chiuse intanto le scuole in tutta Italia. E Conte assicura che si lavora anche sul fronte delle misure economiche: lunedì o martedì non appena sarĂ pronta una bozza del decreto da 7,5 miliardi annunciato dal governo, incontrerĂ le opposizioni Ma, sottolinea, è il governo a gestire. L’altro fronte su cui il governo opera è quello sanitario: il premier annuncia la firma di un contratto per la produzione tutta italiana di 500 dispositivi al mese di rianimazione, con l’obiettivo di fare di piĂą. E anche l’incremento della linea produttiva dei dispositivi di protezione come le mascherine. Ma poichĂ© nelle aree dove il contagio è piĂą forte gli ospedali fanno fatica, il presidente del Consiglio annuncia anche la possibilitĂ di ridistribuire i pazienti tra le regioni. Intanto, l’appello ai cittadini è “entrare nell’ottica della responsabilitĂ , senza furbizie” ma accettando qualche restrizione: il governo, assicura Conte, sta facendo la sua assumendo decisioni “coraggiose”.