Una figura straordinaria del primo Cinquecento napoletano, rimasta nascosta per anni nelle pieghe dei documenti d’archivio o prigioniera di immagini stereotipate. Maria Lorenza Longo, dal 2019 finalmente Beata, è stata invece una donna protagonista del suo tempo: carismatica, lungimirante e accogliente. Animata da un’autentica spiritualità e dedizione verso gli ultimi.
Di questa personalità così centrale nella Napoli catalana, e delle sue opere i cui effetti sono presenti fino ai giorni nostri, si parlerà lunedì prossimo 15 maggio, alle ore 18.30 presso il polo museale di Villa Arbusto, a Lacco Ameno, in un imperdibile appuntamento culturale: “Una donna nuova per tempi nuovi: Beata Maria Lorenza Longo”.
All’incontro, moderato dalla dott.ssa Mariangela Catuogno, archeologa e responsabile Commissione Archeologia C.T. AiParc Isola d’Ischia, sarà presente un’ospite d’eccezione: Suor Rosa Lupoli, Abbadessa delle Monache Cappuccine di Napoli. Origini ischitane, un’antica passione per lo sport, ma soprattutto autrice di un volume, “Dal grido degli ultimi al silenzio di Dio” (edizioni Colonnese), che, attraverso una puntuale e accurata documentazione d’archivio, restituisce alla contemporaneità lo spessore umano, sociale e religioso di Maria Lorenza Longo. Una personalità che ha lasciato un segno indelebile nel cuore del centro antico di Napoli grazie a due opere: l’Ospedale degli Incurabili e il Monastero delle Cappuccine.
Opere fiorenti e durevoli che testimoniano la forza di una donna che è riuscita a superare gli urti e i sussulti dei secoli, per giungere intatte fino a noi, con la pretesa di poter dire ancora qualcosa alla Napoli dei nostri giorni, così luminosi e al tempo stesso difficili.
«Proveremo a raccontare una figura femminile davvero fuori dal comune» anticipa l’archeologa Mariangela Catuogno. «Una personalità che attraversò la prima metà del ‘500 ricoprendo sempre un ruolo di primo piano. Anzitutto come sposa di Joan Lonc, nobiluomo catalano presente nel catalogo dei Reggenti napoletani, quindi intessendo una serie di relazioni con la nobiltà e con personaggi di spicco del tempo; poi, rimasta vedova e guarita da una grave malattia dopo un pellegrinaggio al Santuario di Loreto, dedicandosi totalmente a una spiritualità sincera, operativa, sempre al servizio degli ultimi e dei più bisognosi. A lei si deve l’istituzione dell’Ospedale degli Incurabili, con un approccio essenzialmente laico che ne favorì l’autosufficienza, facendolo diventare uno dei centri medici più importanti del Meridione. In prima linea nella cura dei malati, soprattutto prostitute e reietti, del ‘mal franzese’: la sifilide, all’epoca diffusissima».
Non fu il suo solo atto d’amore verso il prossimo, né la sua sola intuizione felice e feconda.
Maria Lorenza Longo fondò, con l’approvazione del Papato, il Protomonastero di Santa Maria in Gerusalemme, segnando così, la nascita di un ordine, quello delle monache Clarisse Cappuccine, destinato a raccogliere le istanze della riforma spirituale che si muoveva in area cattolica sulla scia della riforma protestante, chiedendo cioè un ritorno alla povertà e a una fede che prediliga l’interiorità, il raccoglimento, la dedizione agli altri.
«Ci riuscì grazie a capacità personali rare – precisa la Catuogno – l’aiuto dei papi e della nobiltà napoletana, ma anche contando sull’interlocuzione spirituale con personalità quali Gaetano Thiene ed Ettore Vernazza. Attraverso la presentazione di una interessantissima e copiosa documentazione emersa successivamente alla beatificazione, e l’intervento decisivo dell’Abbadessa Suor Rosa Lupoli, racconteremo perciò una figura femminile a tutto tondo, interprete esemplare del suo tempo e protagonista assoluta della storia di Napoli».
L’incontro, organizzato da AiParc Isola d’Ischia con il patrocinio del Comune di Lacco Ameno e Museo archeologico Pithecusae, sarà introdotto dai saluti istituzionali del sindaco Giacomo Pascale, del vicesindaco Carla Tufano e del presidente C.T. AiParc Isola d’Ischia Caterina Mazzella.