giovedì, Settembre 19, 2024
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EPOCALE: L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE TRADUCE UN PAPIRO DI ERCOLANO



Per tutti gli studiosi e gli appassionati del mondo antico si tratta di un momento epocale: svelata una parte del testo racchiuso nei papiri di Ercolano, rinvenuti casualmente nel 1752 da operai della famiglia reale dei Borbone nella cosiddetta Villa dei Papiri, ancora arrotolati e carbonizzati dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.c.. E’ il risultato della Vesuvius Challenge, una sfida internazionale lanciata a marzo scorso agli informatici di tutto il mondo dal professore Brent Seales, assieme a Nat Friedman e Daniel Gross, dell’Università del Kentucky, affinché migliorassero l’algoritmo della machine learning creata da loro appositamente per leggere le immagini ai raggi x delle pagine carbonizzate, impossibili da srotolare senza danneggiarle.

Una storia di papiri, intelligenza artificiale e giovani studiosi: Youssef Nader, Luke Farritor e Julian Schilliger sono i tre ricercatori che si sono aggiudicati i 700 mila dollari della Vesuvius Challenge, il concorso che avrebbe premiato chi per primo fosse riuscito a decifrare 4 frammenti di almeno 140 caratteri ciascuno dei papiri di Ercolano, carbonizzati dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Troppo fragili per essere svolti, i rotoli erano rimasti finora inaccessibili , ma, grazie alle immagini tridimensionali di tomografia computerizzata e algoritmi di intelligenza artificiale, sembra proprio che potremo leggerli nella loro interezza, o quasi.

Dopo l’individuazione della prima parola – “porpora” – avvenuta lo scorso anno l’intelligenza artificiale di Nader, Farritor e Schillinger, addestrata sulle immagini di risonanza magnetica messe a disposizione dallo scienziato informatico Brent Seales (che da decenni lavora sui papiri di Ercolano e che ha indetto la Challenge), ha srotolato virtualmente un primo papiro mettendo a disposizione di una commissione di esperti risultati stupefacenti. I brani decifrati – 11 colonne di testo, per un totale di oltre 2mila caratteri – parlano di musica, cibo e, in generale, di piacere, che è, per così dire, il bene supremo della filosofia epicurea. Potrebbero essere parole del filosofo greco Filodemo, che visse nella villa di Ercolano che ospitava i rotoli di papiro, o di un altro esponente dell’epicureismo.

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