martedì, Novembre 26, 2024
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BARANO: SOS IDENTITÀ SUL MAIOLICATO DELLA PIAZZA DI BUONOPANE. L’APPELLO DEL PROF BALESTRIERI



Siamo nel comune di Barano d’Ischia dove il professor Pasquale Balestrieri, cittadino Buonopanese (o meglio Murupanese) Doc, grande studioso della storia locale, lancia un appello attraverso il suo profilo social con una riflessione sul maiolicato della piazza del paese di Buonopane che ne racconta la storia senza però citarne il nome. A nome di tanti compaesani suggerisce di sopperire a questa grave lacuna.

Ecco di seguito quanto racconta e suggerisce.

“Ieri pomeriggio, durante una discussione tra me, Peppino Di Meglio e Raffaele Di Costanzo, quest’ultimo ha lamentato l’assenza del nome del paese che ospita  nella sua piazza  il coloratissimo (in tanto grigiore) maiolicato di Kèramos.   L’opera, in effetti, si propone di raccontare il paese di Buonopane. Ma non ne cita il nome, in alcuna parte della sua pur ampia distesa. Un indovinello? Però vi si legge, in caratteri ben visibili: “Comune di Barano d’Ischia – 2011”. A descrivere il luogo di cui si tace il nome (innominato? innominabile?) sono poste – nella parte centrale dell’opera – le due danze indigene o autoctone, cioè ‘A ‘Ndrezzata e ‘U Pёntónё, detto anche ‘A vattùtё ‘e ll’àstёchё. E a completare la tabula di maioliche provvedono scene di vita paesana. 

Poiché il maiolicato esibisce il suo contenuto  da ben tredici anni – è del 2011-, molti, in particolare i moropanesi, e non per spirito campanilistico,  hanno notato la grave lacuna dell’opera, non immune da altre pecche, a cominciare dal testo scritto della ‘Ndrezzata, in cui varie scelte linguistiche  sono discutibili e azzardate, se non palesemente errate. Per non dire della figure – soprattutto maschili – un po’ ridicole e più somiglianti a gnomi o puffi che ad esseri umani. Ma certo verrà qualcuno a spiegarci che si tratta di stile naïf, che l’atmosfera rappresentata è idealizzata e fabulosa; ma a me quegli ometti/omuncoli, con mazzariello e spada in mano e una preoccupante fissità nello sguardo, continueranno a non piacere.

Per tornare al nome del paese che non c’è, occorre dire che però non manca – in basso, a destra- il nome di chi ha eseguito l’opera e addirittura quello del committente, il sindaco dell’epoca. A me piacerebbe sapere il nome del progettista, se mai ve n’è stato uno.

Per ovviare alla (grave) lacuna, propongo a chi di dovere  di trovare il modo per inserire  nel maiolicato, in alto nella parte sinistra, la scritta “MOROPANE – BUONOPANE”,  a sancire la diacronia tra passato e presente, sottolineando in tal modo che danze e tradizioni del posto non sono nate ieri ma vengono da lontano. Da molto lontano. Quando Buonopane era Moropane o, meglio, Murёpànё”.

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