di Ugo Vuoso
Giorgio Di Costanzo, critico letterario comunista, è morto nel giorno della Festa della Liberazione- Aveva sessantasei anni. Una vita spesa nello studio della letteratura, in particolare della poesia. Era stato amico e corrispondente di numerosi scrittori e poeti: da Elio Pecora ad Amalia Rosselli fino ad Anna Maria Ortese, l’autrice che apprezzava e stimava maggiormente e della quale conservava con cura un importante epistolario, messo poi a disposizione di critici e curatori delle opere della scrittrice. Negli anni Settanta era stato fra i protagonisti della vivace scena culturale isolana, promuovendo e organizzando affollati e partecipati incontri con poeti, scrittori e critici letterari di fama nazionale e internazionale che spesso incontrava e conosceva personalmente partecipando ad happening, festival e rassegne che si tenevano in molte città italiane. Con Giorgio, negli anni Ottanta, realizzammo per il periodico isolano “Il Golfo” il supplemento letterario “LiteraTour”, per il quale egli coinvolse anche il filosofo Ernesto Grassi (1902-1991), che in quegli anni abitava a Barano. Una esperienza non longeva ma intensa, che giungeva dopo gli anni in cui Giorgio aveva supportato le molteplici iniziative del gruppo isolano di ricerca teatrale e di animazione culturale della “ Congrega per l’arte de’ Pazzi” e aveva preso parte alle prime iniziative del Centro etnografico delle isole campane, interessandosi prima allo studio della cultura contadina e poi alla tradizione di studi etnoantropologici pasoliniani e demartiniani. Alla fine degli anni Novanta apparve, per la Libreria editrice Imagaenaria, il suo “Voci per Ischia. Da Boccaccio a Brodskij” la prima antologia di testi letterari e poetici dedicati all’Isola, con la prefazione della sua amica Frabrizia Ramondino, che fu un vero successo editoriale. Profondo conoscitore della materia letteraria ed editoriale, Giorgio aveva negli anni costituito una sua biblioteca ricca di numerosissime opere di pregio, prime edizioni, edizioni a tiratura limitata e quant’altro la sua infaticabile opera di lettore e di studioso gli consentiva di raccogliere e conservare. Le recensioni che ritagliava dai selezionati quotidiani che puntualmente consultava, le riponeva con dovizia archivistica nei libri a cui quelle critiche si riferivano. Una competenza bibliografica e archivistica che mise a disposizione del gruppo di lavoro chiamato a inventariare e catalogare il patrimonio librario della rinata Biblioteca comunale Antoniana di Ischia, nei primi anni Duemila. Per oltre trent’anni Giorgio è stato un protagonista della scena culturale dell’isola d’Ischia e mai è mancata la sua presenza e il suo apporto alle campagne e alle iniziative sociali e politiche isolane e nazionali per la difesa della libertà, dei diritti umani, delle diversità e dell’animalismo.
Con Giorgio diventammo subito amici, da giovanissimi. Veniva a trovarmi nella libreria dove lavoravo durante l’estate e parlavamo di libri, di idee, di progetti. Gli avevo telefonato invano qualche settimana fa, volevo annunciargli che avevamo ritrovato uno dei suoi libri che pensavamo irrimediabilmente andati perduti. La notizia gli avrebbe fatto un immenso piacere e sarebbe stata l’occasione per parlare a lungo. Negli ultimi anni con Giorgio era così. Ci si vedeva poco da quando aveva deciso quella specie di hikikomori che interpretava con l’aiuto del suo adorato, peloso amico Benjamin (in onore dell’amato Walter Banjamin). Un modo di stare in disparte derivato forse da un suo certo moralismo libertario, coscientemente e politicamente praticato per criticare una socialità ormai completamente disvelatasi come realtà fittizia e di parte. Un disincanto del mondo che si era rivelato progressivamente con il disfarsi della “autenticità” di quest’Isola, che in poco più di un trentennio è inesorabilmente precipitata nei confini di una mediocrità desolante e diffusa. Giorgio queste dinamiche le ha somatizzate, vivendole a suo modo e incorporandole nelle vicende di una malattia durata a lungo, e che per lunghi anni sembrava sopita, controllata. Poi, invece, è ricomparsa imperiosa e implacabile. Giorgio è stato un amico devoto, leale e sincero, come l’amicizia di un tempo richiedeva di essere per diventare tale, reciproca e corale. Mancherà a tutti noi il Poeta. Grazie Giorgio.
Foto Lucia De Luise