sabato, Novembre 23, 2024
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FESTA SANT’ANNA, PROGETTO SCUOLA VIVA: GIOVANI COSTRUTTORI CRESCONO 



Quest’anno la Festa di Sant’Anna punta sui giovani talenti isolani. Attraverso una rete sinergica tra scuole e territorio che abbraccia il golfo partenopeo il progetto “Impara l’arte e mettila in barche” (Codice Uff. 23 Programma “Scuola Viva – Azioni di Accompagnamento” – PR Campania FSE+ 2021/2027 Priorità 2 – Obiettivo Specifico ESO4.6 – Azione 2.f. 7.) si propone di promuovere il mare come risorsa culturale e ambientale, con un’attenzione particolare ai mestieri, ai riti e alle tradizioni. 

Con questi principi gli studenti delle scuole superiori isolane si sono cimentati oltre che nella realizzazione dei bozzetti ispirati alle barche allegoriche della Festa a mare agli scogli di Sant’Anna che sono stati presentati ufficialmente presso la sede del Liceo Buchner di Ischia (istituto capofila) in presenza della preside Assunta Barbieri promotrice del progetto realizzato in collaborazione con Salvatore Ronga e i tutor Luisa Caccavale, Giuseppe Marrazzo, Lorenzo Sapere, Ornella Siciliano, Giovanna Tessitore, Titti Lauro e Francesca Verde, in sinergia con la Regione Campania e dell’assessore Lucia Fortini, sono anche parte attiva nella costruzione e realizzazione delle barche allegoriche in concorso.

 TEMI DEI BOZZETTI 

“Il segreto di Pithecusae” (Pietro Picardi)

Il polpo è un mollusco di cui il primo fossile risale circa a trecento milioni di anni fa. Spesso, questa creatura marina si mimetizza tra gli scogli creando così, timore tra i bagnanti. Un po’ come accade per Tifeo, gigante punito dagli dei per poi essere spedito sotto un’isola le cui origini vulcaniche ricordano uno scoglio. La barca allegorica simboleggia la potenza e la bellezza di una creatura piccola che cerca solo di difendersi, ecco perché al centro vi è un polpo che si nasconde nelle nostre baie raffigurate dall’emblema dell’origine mitologica dell’isola di Pithecusae, Tifeo.

“La danza della medusa” (Vittoria Baldino)

Il mare è orizzonte possibile di sogni e desideri, un altrove dove essere liberi ed esprimere la propria unicità, giocando con l’altro.

La medusa diventa, così, simbolo di fragilità che si trasforma in bellezza, la sua danza è uno spettacolo che incanta e che trascina con sé le nostre aspirazioni più segrete.

La barca allegorica è un omaggio al mare della nostra isola, ma soprattutto è un inno alla speranza per tutti i giovani che si affacciano alla vita.

“Alla fine del tempo” (Daniele Mariafrancesca)

Il tema di questa barca è il tempo. Il tutto si apre sul pontile del Castello aragonese. Seduta vicino al pianoforte si trova una signora anziana. Al suo fianco c’ è una bambina con in mano una sfera. Davanti a loro, imponente si alza il Castello aragonese pieno di ingranaggi meccanici che girano a loro volta. Al centro della struttura, si trova un grande orologio che è collegato al pontile attraverso delle scale. Quando il pianoforte inizierà a suonare, la bambina sentirà il bisogno di avvicinarsi a questo orologio con in mano la sua sfera. L’orologio si aprirà come una grande porta. Al suo interno si trova una ragazza più grande con in mano la stessa sfera, dietro di lei si apre una sala con un enorme palcoscenico. Quando la bambina sarà ormai abbastanza vicina le loro sfere si illumineranno di un giallo intenso. È come elemento a sorpresa ci saranno altre sfere in mare che si illumineranno pian piano di tanti colori diversi. La signora che si trova al pianoforte rappresenta una figura che è sempre stata presente nella vita della bambina. La piccola sente un collegamento, un richiamo con la sua sfera mentre si avvicina al castello, è la sua infanzia il luogo in cui è cresciuta. quando la bambina si vedrà da adulta, riconoscendosi nella ragazza più grande, guarderà dietro di lei, è vedrà cosa è stata in grado di realizzare, ripercorrendo tutti i suoi ricordi belli e brutti, tra gioia e dolore rappresentati attraverso dei semplici globi colorati.

“Prima o poi” (Aurora Bagliani)

Descrizione: la Zattera rappresenta la storia della formazione di Ischia. Parte con la raffigurazione di un vulcano fumante che poi, aprendosi, si trasforma nell’isola d’Ischia con tutti i suoi elementi caratterizzanti.

“Sorridi nel fango” (Christian Buono)

DESCRIZIONE: La barca si ispira alla fioritura del fiore di loto simbolo del sorridere di fronte alle avversità.

La base della barca è ispirata ai Cretti di Burr che va in contrasto ai boccioli piazzati su di essi.

La barca sarà infine incorniciata da luci poste nelle spaccature dei Cretti, con una fioritura dei boccioli finale.

“Quando a Ischia nacque la poesia” (Gorlani Laura, Capezza Losito Mariarosa)

Ci siamo ispirate alla coppa di Nestore, sul cui ventre è incisa l’inscrizione in versi che allude ai poemi omerici i quali, probabilmente, furono riprodotti durante un simposio.

Il nostro obbiettivo è ricreare la scena del simposio dove il vino viene passato di mano in mano mentre al centro della barca è collocata la celebre coppa rotante in senso orario su se stessa in modo che progressivamente vengano disegnano i versi dell’inscrizione.

#memento #alberodelricordo (Mattei)

Quando un essere vivente viene al mondo, insieme a lui fiorisce anche l ‘albero dei ricordi, fatto di radici piccole e fragili, destinate ad irrobustirsi, così da poter sostenere ricordi belli e brutti da “collezionare” nel grande ventaglio della vita.

Accade questo anche ad Ischia; la leggenda narra che quando Zeus furibondo scagliò giù dall’Olimpo il gigante ribelle Tifeo, questo non si arrese e, cercando di liberarsi del peso dell’isola, trasformò il suo respiro in un vulcano che tuttora, di tanto in tanto, quando i ricordi più brutti ritornano alla mente, continua a farla tremare. I ricordi del gigante non sono andati mai persi ma si sono diffusi in tutta l’isola, caratterizzandone ogni luogo. Essi hanno reso l’incantevole isola un’oasi bramata da ogni viaggiatore, una sorta di “Itaca” per ogni suo abitante che, guardando l’orizzonte, ogni qualvolta vi si allontana, è speranzoso di tornarvi.

#MEMENTO è l’albero del ricordo dalle cui radici dal substrato fluiscono i ricordi. L’albero fiorisce e sui rami si accendono sfere in cui ritornano fatti e situazioni lontani nel tempo e nello spazio. Tradizioni e leggende che creano identità emozionali.

“Pangu crea il cielo e la terra” (Elisa Zhang, Manuela Esposito)

La barca “Pangu crea il cielo e la terra” è ispirata al mito cinese di Pangu, una figura mitologica nota per aver creato il cielo e la terra attraverso le sue parti del corpo ricordandoci un po’ Tifeo, gigante sepolto sotto Ischia secondo il mito greco. Pangu è raffigurato da un gigante in mare, indossa una maschera tradizionale del teatro cinese, e con un braccio imponente sbatte sulla barca allegorica riordinando il caos primordiale rappresentato dallo Yin (terra) e lo Yang (cielo) che sono divisi in tanti pezzi scombinati.

La barca dispone di quattro droni con la trascrizione di un’opera di Xu Zheng dove descrive la storia della gigante: tre di essi sono in cinese e il quarto ha la traduzione dell’ultimo verso della poesia.

Il design della barca include un ultimo riferimento a Tifeo, illuminandosi tutta di verde riuscendo così a scorgere la sagoma dell’isola verde.

“Cratere del Naufragio” (Mattera Maria, Mattera Martina, Vesce Cesare)

Bozzetto creato prendendo spunto da una celebre opera presente a Villa Arbusto, il Cratere del Naufragio risalente alla fine dell’8 secolo a.C.

Sul cratere è dipinto un mare pieno di pesci, una nave capovolta e dei marinai che cercano di salvarsi anche se uno di loro è già finito nella bocca di un grosso pesce.

La barca si ispira al Naufragio ma esalta la capacità di questi eroici esploratori dei mari di non arrendersi alle tempeste.

La nostra idea è quella di creare un grosso cratere che gira e si ribalta facendo così cadere le figure disegnate. Il cratere ritorna poi nella posizione originale ma su di esso non vi sono più le figure che ora si sono staccate dal fondo e sono in piedi a simboleggiare la salvezza di questi

coraggiosi uomini.

“La leggenda dell’uovo di Virgilio” (trani luigi)

Rappresentazione di tre figure (San Gennaro, Partenope, San Virgilio) che riprendono la cultura napoletana e Ischitana con al centro l’uovo di Virgilio. Le figure danzano come un carillon e quindi sono destinati a non raggiungersi mai.

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