21 Agosto 2017. Alle 20.57 un boato, va via la luce, la terra trema per sei “lunghi” secondi. Tremano Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, il terremoto viene avvertito anche in altre zone dell’isola. Nessuno poteva prevedere, nessuno poteva mai immaginare. Le case crollano nella zona alta di Casamicciola e di Lacco Ameno e in una piccolissima parte del comune di Forio. Il disastro maggiore è sicuramente nella zona del Maio e in tutte le strade e nei vicoli limitrofi. Due vittime, Lina e Marilena, 42 feriti e il cuore in gola durante le diverse ore che sono stare necessarie per salvare un’intera famiglia e in particolare i tre fratellini rimasti bloccati sotto le macerie; le stesse che hanno già ucciso Marilena. Un terremoto “comunicato” male sin dalle prime notizie diffuse dalle agenzie. Prima “nessun danno a cose e persone”, poi l’errore clamoroso sull’epicentro – individuato a largo di Punta Imperatore – e sulla magnitudo. “Impossibile che con una magnitudo così bassa ci siano questi danni, le case erano abusive”. Solo due giorni dopo i dati veritieri: la magnitudo determinata è stata di 4.0 e l’epicentro è stato localizzato a Piazza Maio, con ipocentro a 1,73 km di profondità. Praticamente una bomba esplosa sotto i piedi e le “sole” due vittime sono praticamente un miracolo. Alle 20.57, per via del forte caldo, fortunatamente erano tutti fuori casa, moltissimi sono i miracolati.
Sono trascorsi esattamente due anni da quel 21 Agosto 2017. Il terremoto ti segna per sempre e lascia un ricordo in tutti coloro che direttamente o indirettamente, da vicino o da lontano, chi più chi meno, hanno vissuto il sismo. Tutti ricordiamo dove eravamo quella sera alle 20.57, tutti in quei minuti abbiamo pensato che in fin dei conti la nostra vita gira intorno a numerose banalità che possono essere spazzate via in “appena” sei secondi. Chi sul posto ci viveva, chi sul posto si è recato come volontario per supportare i soccorsi o chi, come noi, ne ha raccontato le tragedie, gli sviluppi, i salvataggi, tutti ricordiamo quel giorno. Ma anche chi si trovava lontano dall’isola o magari non ha sentito il terremoto, appena passa nelle zone terremotate, non può non rabbrividire, almeno per un attimo. Le pietre, le macerie, quel che resta delle mura, oggi è ancora lì, esattamente come due anni fa, con la vegetazione che avvolge il cemento e le puntellature che conservano lo stato delle cose. Nelle zone terremotate il tempo si è fermato alle 20.57 del 21 Agosto 2017, così come i cuori di chi ha perso la propria casa, di chi ha chiuso la propria azienda, di chi oggi è costretto a vivere altrove, di chi oggi prova a rendere vive nonostante tutto quelle zone. Nulla ha più senso come prima, nulla ha più valore e la voglia di vivere è alimentata solo dalla speranza di poter ricostruire.
Dopo due anni la fase emergenziale è terminata, nonostante ci siano comunque ancora persone in albergo, ma tutti i terremotati sono assistiti attraverso il CAS (Contributo di Autonoma Sistemazione). Ed è certamente comprensibile la rabbia di chi ha perso tutto e vorrebbe risolvere i problemi al più presto possibile, ma bisogna fare sempre i conti con la realtà. Non è nel nostro stile dare opinioni sull’operato di Forze Politiche, le opinioni toccano ai lettori. Ad oggi, con l’ordinanza sui danni “pesanti” che è in procinto di essere pubblicata e in attesa dei finanziamenti alle imprese che non hanno potuto continuare la propria attività economica (ultima tassello fondamentale), si va a completare un pacchetto di norme che fa seguito al Decreto Legge 109 del 2018. Il Decreto “Genova” – ecco spiegato perchè Ischia per molti è stato un terremoto di serie B – è la “legge madre” sul terremoto a cui ha fatto subito seguito l’ordinanza per i danni “lievi” e il contributo alle imprese che hanno interrotto momentaneamente la propria attività, ovvero i primissimi interventi che permettono a chi non ha subito grossi danni di poter aggiustare casa e tornarci a vivere. Al pacchetto di norme vanno aggiunti gli studi di microzonazione, che non hanno certamente scoperto “l’acqua calda”, ma che di sicuro rappresentano una guida scientifica, dettagliata e fondamentale da tener presente al momento dalla ricostruzione di ciascuna abitazione. Se il primo anno è stato quello dell’emergenza e se il secondo è stato quello di “preparazione delle norme”, adesso le Istituzioni dovranno garantire l’avvio concreto della ricostruzione del paese. Una ricostruzione complicata, lunga, ma non impossibile. A Casamicciola, a Lacco Ameno, a Forio, si può e si deve ricostruire. E proprio da oggi 21 Agosto 2019 – a due anni dal terremoto – l’aspettativa è sicuramente alta. Tra un anno, in occasione della terza commemorazione, vorremmo poter festeggiare i primi rientri in case sicure.
Oggi è il giorno della memoria. “Per non dimenticare”. Per non dimenticare innanzitutto Lina e Marilena, vittime del terremoto. Per non dimenticare i terremotati che ancora oggi soffrono, per non dimenticare che a Casamicciola c’è stato un terremoto vero, per non dimenticare che bisogna ricostruire, per non dimenticare che una casa costruita bene ti può salvare la vita, per non dimenticare che di terremoti ce ne potranno essere ancora, per non dimenticare che il dolore e la tragedia domani potranno riguardare chiunque. Solo una ricostruzione responsabile, nel rispetto delle normative antisismiche, potrà darci quantomeno la magra consolazione di aver tratto dal terremoto un insegnamento importante e un territorio più sicuro. Solo così il dolore per la morte di Lina e Marilena potrà avere un senso, solo così il dolore dei “morti viventi” (così qualcuno ha definito i terremotati) potrà essere solo un lontano e brutto ricordo.
Vincenzo Agnese