Stamattina si è nuovamente incatenato all’ingresso dell’Ospedale Rizzoli di Lacco Ameno annunciando lo sciopero della fame. Alfonso Sollazzo – l’uomo che già domenica scorsa protestò per le gravi inefficienze e carenze di personale e di reparti dell’ospedale – è stato preso in giro dai sindaci isolani che avevano promesso un incontro con urgenza in programma per il 27 dicembre, ovvero oggi. E allora ha deciso di avviare nuovamente la protesta che aveva momentaneamente sospeso nella giornata di lunedì, nonostante questo nessun sindaco si è presentato per decidere come battersi, insieme, per difendere il “Rizzoli”. Della politica presente solo il gruppo di minoranza di Forio che non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Noi abbiamo ascoltato Alfonso Sollazzo che riuscito a parlare al telefono con Antonio Castagliuolo, direttore sanitario del Rizzoli che avrebbe promesso ancora una volta un incontro con D’Amore nella prima settimana di gennaio. Stando alle notizie in nostro possesso, comunque, un gruppo nutrito di politici isolani starebbe lavorando all’organizzazione di un incontro pubblico da tenere in un noto Hotel della terraferma, a cui dovrebbero prendere parte tutti i consiglieri comunali dell’isola. Un incontro aperto al pubblico e alla stampa nazionale in cui si decideranno le proposte da portare poi al Governatore De Luca. Difficilmente, comunque, qualcosa si muoverà prima del 6 gennaio. Continua poi a sorprendere la totale indifferenza dei cittadini ischitani stessi, come se il problema non toccasse l’intera comunità ma solo una parte di essa. Eppure, domani, chiunque potrebbe aver bisogno di un servizio sanitario efficiente. L’ortopedia è solo l’ultimo reparto in ordine cronologico ad aver chiuso, siamo senza primario, siamo in carenza di medici e infermieri con conseguenti turni insostenibili per i pochi sanitari che portano avanti tra mille difficoltà la struttura. Ma la sanità può aspettare, i sindaci e gli ischitani sono impegnati ad organizzare il banchetto per il cenone della vigilia di Capodanno. Talmente tanta indifferenza che persino Alfonso, per oggi, si è scoraggiato. “In questo momento sono solo”, ci ha detto nel pomeriggio a telefono, “non ha senso continuare così, spero che il 2 gennaio potrò parlare con Castagliuolo o D’Amore e spero che presto i sindaci e gli ischitani comincino a protestare insieme a me, per il momento me ne torno a casa”. Dunque, sospesa nuovamente la protesta in attesa di nuovi (ma al tempo stesso difficili) risvolti.