C’è l’aspetto sanitario, c’è quello turistico ed economico, c’è la scuola, c’è anche lo sport. Le conseguenze dell’emergenza coronavirus non sono estranee ovviamente al settore sportivo che però, a differenza di quello scolastico, non ha mai ricevuto indicazioni precise dallo stato centrale e dalle organizzazioni scientifche. CONI e Ministero dello Sport non si sono mai espressi in maniera univoca e chiara, sono state sempre le singole Federazioni a dover assumere decisioni in autonomia e spesso contrastanti l’una con l’altra anche all’interno degli stessi territori. Con il nuovo decreto del Presidente del Consiglio, lo sport è stato fermato in tutta Italia a livello giovanile e a livello locale anche per i campionati senior (alcuni fino all’8 marzo, altri fino al 15). Nel caso di calcio, calcio a 5, basket e solo in parte della pallavolo, i campionati nazionali continueranno regolarmente con le gare che saranno giocate a porte chiuse. Abbiamo chiesto un parere a Vito Iacono, presidente del Forio Basket e da sempre vicino anche al CONI, il quale ha però sottolineato la totale assenza di chiarezza e indicazioni anche scientifiche sulla possibilità di fare sport o su eventuali alternative – come per esempio lo svolgimento di allenamenti all’aperto – da poter attivare per non paralizzare totalmente le attività ludiche e sociali dei giovani. Il servizio.