Cari concittadini, in questi giorni di difficoltà ed incertezza per il nostro futuro, vi ho più volte rivolto accorati appelli all’unità, alla coesione, consapevole dell’importanza di sentirsi comunità.
Mio malgrado,nonostante abbia predicato con fermezza pace e coesione sociale, mi vedo costretto a sporgere denuncia – querela nei confronti del signor Gaetano Di Meglio, direttore de Il Dispari. Non è la prima volta che mi rivolgo all’autorità giudiziaria per tutelarmi dai gratuiti e volgari attacchi del Di Meglio: c’è un procedimento penale in corso la cui prossima udienza si sarebbe dovuta tenere il 24 aprile. Non ne ho mai parlato pubblicamente, attendendo fiducioso che la giustizia facesse il suo corso ma, oggi, ritengo giusto che sappiate perché ciò che ho letto, oltre a costituire lesione della mia dignità personale, tende a minare la compattezza della nostra comunità.
Costui mi chiama pubblicamente ladro, scrive che rubo ai poveri per dare ai ricchi, mi attribuisce ogni sorta di nefandezze ma, soprattutto, continua in una pressante attività di stalking giornalistico che, a questo punto, dopo oltre tre anni, mi sta procurando anche grave disagio a livello umano.
NON SONO UN LADRO
NON SONO UN CORROTTO
NON HO MAI UTILIZZATO LA MIA FUNZIONE PER BENEFICI PERSONALI.
Tutte le ricostruzioni e le storielle che leggete e che negano questa realtà sono false e gravemente lesive della mia reputazione.
Dire che abbia pilotato l’attività di un Ufficio – peraltro diretto da valido e stimato professionista – per finalità di scambio politico-elettorale, è una clamorosa diffamazione.
Sono certo che la magistratura sarà solerte nel difendere i miei diritti, quelli dei funzionari e dipendenti che hanno lavorato alacremente in un momento di obiettiva difficoltà e la stessa comunità ischitana che non può avere il proprio SINDACO accusato di essere un ladro.
C’è un limite di decenza e di rispetto umano che questo soggetto dovrebbe rispettare.ma che sembra aver completamente perso.
Enzo Ferrandino