A distanza di un anno dal tragico incidente che stroncò la vita al giovanissimo James Velsmali, si ritorna a correre sulla pericolosa superstrada andando ben oltre il limite dei 50 km orari
di Ennio Anastasio
7 su dieci di nuovo “supercar” d’alta velocità, e poi ci siamo noi e fortunatamente altri come noi, 3 per l’appunto, a colmare la differenza con l’etichetta di uniche “tartarughine” che affrontano la sopraelevata nel rispetto dei limiti imposti: 50 km orari. Basta salire in auto ed immettersi sulla sopraelevata percorrendola entro il limite imposto: nel giro di pochi secondi vi accorgerete di quante auto e scooter rapidamente vi superano pur cercando di rimanere nell’ambito della corsia e come, in quella opposta, le auto vi sfrecciano contro altrettanto veloci. La sopraelevata di Ischia è nota da anni, anche al di fuori dei confini della stessa isola, come “la strada della morte” ed è una strada che racconta, più delle altre, storie di vite spezzate, di famiglie distrutte dal dolore e di ringhiere segnate da fiori, proprio a dire: “qui si muore” e quel lenzuolo bianco steso sull’asfalto che ricopriva il corpo del giovanissimo James in un caldo e terribile pomeriggio della scorsa estate ha confermato nuovamente come quella strada abbia bisogno di un’operazione seria di umanizzazione come potrebbe essere la protezione guard-rail tra le corsie ed un sistema di controllo della velocità con la predisposizione di autovelox sul percorso. Ma andiamo per gradi e cominciamo col dire che dopo quel tragico ed ennesimo incidente mortale, gli internauti si sono scatenati sui social per chiedere il rispetto della velocità, assidui controlli, multe salate, autovelox, ritiro della patente ai velocisti della superstrada, e via dicendo. Già, ma dopo un “andamento lento” di marcia, durato per l’appunto, pochi mesi e probabilmente nato come un ovvio riflesso del grande dolore che ha comunque colpito noi tutti, ma anche per i più serrati controlli iniziali che furono adottati (perché anche quelli bisogna mettere in conto) probabilmente oggi ve ne sono alcuni che rientrano nella casistica dei sette “supercar” su dieci veicoli in movimento, pur ritenendosi sempre in linea con un’opinione pubblica che legittimamente rivendica sicurezza e quindi regole e controlli stringenti. Vi è poi da chiedersi cosa in realtà è stato fatto ad un anno di distanza per rendere quella superstrada più sicura e farla scendere dalla vetta di una classifica che la ritiene come una delle arterie isolane con il maggior numero di incidenti, molti di questi mortali e causati dalla velocità eccessiva.
Doppia striscia continua e un rilevatore che segnala la velocità non fermano automobilisti e centauri
Partiamo dal fatto che sulla ss 270 servirebbero interventi strutturali di un certo rilievo e che al momento sono stati posti in atto soltanto alcuni accorgimenti da parte della Città Metropolitana come la realizzazione della doppia striscia continua che divide i sensi di marcia ed un rilevatore di velocità che si attiva al passaggio, ricordando all’automobilista l’andamento della propria vettura, mentre all’ingresso della galleria a valle si è pensato ad un irruvidimento in rilievo della pavimentazione stradale con sottili strisce rifrangenti che riescono appena a fare il solletico alle gomme delle vetture che sopra vi giungono. Dunque soltanto dei deterrenti che nascono con lo scopo di aumentare la sicurezza stradale, mentre di autovelox fissi, almeno due, da installare lungo la famigerata strada della morte, sembra proprio che non ne sia possibile l’utilizzo, perchè? per ostacoli legislativi e direttive ministeriali che appaiono davvero paradossali in questi casi. Inoltre anche per gli autovelox mobili – oggi uno in dotazione del Comune d’Ischia – vi sono delle difficoltà oggettive per renderli efficienti contro la “spregiudicatezza” di molti automobilisti, prima fra tutte, quella di aver bisogno della presenza di una doppia pattuglia, di cui una a rilevare l’alta velocità e l’altra a contestare l’infrazione commessa. In ogni caso l’autovelox mobile è sicuramente un valido deterrente e non a caso la presenza del dispositivo nei pressi della superstrada nei mesi scorsi, più precisamente in quelli pre-covid, ha avuto come conseguenza un generale rallentamento della velocità ed ovviamente l’auspicio è che vi sia nuovamente un utilizzo frequente dello stesso. Un invito che rivolgiamo in forma concreta al Sindaco d’Ischia e al Comandante della polizia municipale affinché venga posto un argine decisivo a coloro i quali amano spingere la leva dell’acceleratore e lanciare l’auto a forte velocità.
Le corse notturne delle potenti moto
Altro che limite di 50 km orari, di notte la sopraelevata è considerata una vera pista per molti centauri che amano sfidare la morte pur di prendere una “botta” di adrenalina lanciando la moto ad una velocità pazzesca. Si avvertono con estrema nitidezza nella loro puntualità notturna e sembrano quasi inseguirsi, una, due, forse tre moto. Sferzano l’aria come dei proiettili per provare all’estremo la potenza dei motori ed è inutile girarci intorno perché accade ogni notte, e molti dei lettori sanno bene cosa significa affrontare di faccia una motocicletta che ti arriva nella corsia opposta ad una velocità folle. In quei momenti ti rendi conto di quanto sia sottile quel filo di demarcazione tra la vita e la morte, questione di secondi scanditi da un boato, ma che diventano lunghi come un secolo, quelli che ti fanno pensare che la tua vita, il tuo futuro, è nelle mani di un qualcuno che può probabilmente invadere la tua corsia e ucciderti. Domani sarà lo stesso, e così anche il giorno dopo e quello ancora dopo perché i controlli su quella strada sono davvero limitati e si può allegramente rincasare spingendo il motore della moto al massimo. Possiamo davvero pensare che un lifting della segnaletica orizzontale ed alcune piccole strisce ruvide riescano a fermare questi mostri mitologici notturni ? non sarebbe il caso di testare qualche tipo di guard-rail e applicare controlli stringenti, anche di notte, per permettere a tutti di rincasare scongiurando del tutto soccorsi in codice rosso?