domenica, Novembre 24, 2024
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IL COVID, I CACCIATORI E LE ASSOCIAZIONI VENATORIE




di Antonio BUONO*

Non è certo un “capriccio” quello dei cacciatori, siamo consapevoli del doloroso quanto difficile momento che riguarda il mondo intero ma, considerato che per bloccare il Covid 19 si è ritenuto opportuno di chiudere i cacciatori in casa, consapevoli che siamo in tantissimi a pensarla alla stessa maniera, propongo a tutti i cacciatori Italiani di mandare a quel paese tutti i “dirigenti” venatori, a cominciare da quelli locali che non sono buoni neanche ad organizzare un direttivo durante tutto il loro mandato. Non spendono mai una parola  per paura di esporsi e quindi incapaci  persino  di trasmettere il vero significato della caccia.

Vi sarebbe l’urgenza di fermare in qualunque modo il deficiente di turno, vestito da bracconiere che, imperterrito continua a far fuoco sulle specie protette… macché, “bisogna fare silenzio”.
Ci sono soggetti indescrivibili che andrebbero presi per le orecchie poiché continuano a disturbare a suon di schioppettate  gente  che, seppur in case abusive, desidera dormire in piena tranquillità con pieno diritto… macchè, “meglio non esporsi”.

Ma dove si vuole andare di questo passo? Ma andate a pescare, la barca non vi manca!
Non comprendono che questa anarchia andrebbe fermata al più presto. Macché!
Loro stessi non cacciatori, come potrebbero difendere un’intera categoria e far capire che la prua vada al più presto raddrizzata perché la rotta è verso gli scogli?
Scrivani incompetenti, gente sbagliata al posto giusto, buoni soltanto a mandare la letterina a “babboconte” a fatto compiuto, sulla falsariga di Santa  Chiara, giusto per mostrare il loro “enorme impegno” per la caccia. Vergogna!
Gente incapace, nonché politicanti da strapazzo, buoni soltanto a fare tessere per chiedere  poi i voti  ai loro “assistiti” al momento opportuno.
Amici cacciatori, è il momento di dire basta a chi non sa cos’è la caccia, a chi usa  un mandato da dirigente venatorio per scopi  politici e squallidi atteggiamenti del tipo: “qui comando io e questa è casa mia”.

Basta, è arrivato il momento in cui chi non sa cosa sia realmente  la caccia oggi,  (radici culturali, tradizioni, ruralità, passione, memorie) deve necessariamente fare un passo indietro e presentare le proprie dimissioni.

 In parole povere:  “CAMBIATE MESTIERE” !                                     *Cacciatore a vita 

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