domenica, Settembre 22, 2024
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RIUSCITA E PARTECIPATA AD ISCHIA L’ASSEMBLEA DEL COORDINAMENTO REGIONALE PER IL DIRITTO ALLA CASA



Riuscita e partecipata in piazza Antica Reggia l’assemblea pubblica di presentazione del Coordinamento dei Comitati a Difesa del Diritto alla Casa della Regione Campania. Nonostante il caldo torrido e la stagione turistica nel pieno delle sue attività che vede la maggior parte degli ischitani impegnati a lavoro, tanti sono stati i cittadini che si sono alternati in piazza e che sono intervenuti al dibattito dando un’importante contributo alla discussione. Tra questi l’Ingegnere Michele Califano il quale portando ad esempio l’iter seguito dal Comune di Ischia negli anni novanta, ha sottolineato come attraverso il protocollo con la regione Campania sono stati approvate centinaia di domande di condono, protocollo di intesa che poi nel tempo i nuovi funzionari della soprintendenza hanno ritenuto superato e non valido. E mentre Alfonso Panniello ha parlato di soprusi ed ingiustizie del sistema che in questa società come nel caso degli abbattimenti colpiscono sempre i lavoratori e le masse popolari, Francesco De Crescenzo ha sottolineato come sia importante organizzare assemblee pubbliche dove i cittadini possano esprimersi e confrontarsi su temi così importanti e drammatici come gli abbattimenti delle case. I dirigenti del Coordinamento che si sono succeduti al microfono tra cui Valeria Vitolo, Francesco Montella, Anna Setola e Gennaro Savio, oltre a spiegare le linee guida dell’organizzazione, hanno chiesto con forza che così come avvenuto per gli sfratti la cui esecuzione da tempo è stata bloccata, vengano immediatamente sospese le demolizioni a seguito della situazione di emergenza sanitaria che ormai da oltre un anno e mezzo vive il nostro Paese a causa della pandemia da Covid-19 e della tremenda crisi economica che n’è seguita e che sta attanagliando in modo particolare le famiglie lavoratrici. Perché – hanno sottolineato in coro – è veramente assurdo, disumano ed indegno per un Paese che si definisce civile, sbattere fuori dalla propria unica casa in piena pandemia ed in piena crisi economica, nuclei familiari che al momento hanno pure difficoltà a mettere il piatto a tavola con l’aggravante di non garantire loro neppure un’alternativa abitativa. Si chiede quindi un immediato blocca-ruspe e nelle more la soluzione definitiva di questa autentica tragedia sociale che guarda caso vede soccombere sempre e solo la povera gente. Infatti tranne che per qualche eccezione sporadica, ad andare giù sono solo case abitate da famiglie lavoratrici e giammai la grossa speculazione edilizia affaristica, malavitosa e del cemento selvaggio che nei decenni, tra la totale indifferenza del potere politico ed istituzionale, ha distrutto coste e colline dei nostri territori. La cosa vergognosa è che invece, al contrario, proprio in piena pandemia c’è stata una recrudescenza di demolizioni che proseguiranno senza sosta nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Inoltre il Coordinamento chiede che l’Italia si adegui alle scelte della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo che ha stabilito e sentenziato che la resa di demolizione deve essere considerata pena accessoria e non più amministrativa, proprio perché frutto di un processo penale e quindi prescrivibile in cinque anni. In Italia invece si abbattono le case a distanza di venti, trent’anni.

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