sabato, Novembre 23, 2024
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ISCHIA CALCIO, IL FUTURO E’ UNA QUESTIONE CHE SI PRENDE IN MODO… DIVERSO



DI FRANCESCO LEONE

In piena quarta (forse quinta) ondata della pandemia da Covid 19, la maggior parte dei campionati italiani – praticamente tutti tranne la Serie A – hanno subito uno stop, uno slittamento del loro calendario iniziale. Ciò è toccato, quindi, anche al campionato di Eccellenza campana, che vede fra le sue protagoniste l’Ischia, il Real Forio ed il Barano, citate in rigoroso ordine di classifica. Infatti, il ritorno in campo dopo la sosta natalizia, inizialmente previsto per il week end dell’8 e 9 gennaio, è stato procrastinato a quello successivo (il prossimo in pratica). Anche le semifinali della Coppa Campania di categoria hanno visto un cambio di date: la competizione, in cui è ancora in corsa l’Ischia (i gialloblu hanno raggiunto il traguardo in maniera storica dopo 18 anni!), dovrà però vedere la sua fine abbastanza presto, visto poi lo svolgimento della fase nazionale.

E proprio l’Ischia è, fra le isolane citate sopra, la compagine che più ha attirato ed attira su di se la curiosità per i suoi risultati che riuscirà ad ottenere, ma anche – aspetto forse sottovalutato – per il prosieguo del processo di stabilizzazione nelle categorie dilettantistiche e relativa crescita impostato qualche stagione fa dal suo patron, l’armatore Emanuele D’Abundo. Un progetto, quello del capo della Medmar, che prevede di scalare i faticosi ed insidiosi gradini rappresentati da Promozione prima ed Eccellenza oggi e Serie D poi, avvalendosi di una forza lavoro esclusivamente (o quasi, viste le “contaminazioni” procidane e quelle di lunga residenza all’ombra del Castello Aragonese) nativa dell’Isola Verde.

Dopo la stramba e arrangiata – dal punto di vista organizzativo e sempre per colpa del Covid – stagione scorsa, chiusa dall’Ischia con una delusione sportiva con pochi precedenti, il presidente D’Abundo ha deciso di cambiare. Salutato Billone Monti (e qualche ingombrante senatore che non aveva più il trasporto necessario alla causa), il club gialloblu ha deciso di affidare al giovane Angelo Iervolino la gestione della rosa. Una rosa che ha subìto, quindi, un deciso “svecchiamento” (presenti solo 3 over 30), ma che è rimasta di chiarissima marca isolana (a dicembre è arrivato anche il classe ’96 Nicola Conte). Un indirizzo, quello della totale insularità della rosa, che però viene mal digerito da grossa parte della caldissima affezione gialloblu, ma che è ormai essere un dogma di impossibile versione.

Insularità generale che viene percepita come una palla al piede in rapporto alle mire del club (la Serie D ed oltre), ma che è stata accettata come una sfida nella sfida dal tecnico Iervolino, un allenatore giovane ma capace di annoverare nel suo curriculum esperienze importanti nelle giovanili di piazze di Serie A e B, con in più l’ultima “tra i grandi” al Lacco Ameno, dove è riuscito a portare una forma mentis vicinissima a quella professionistica alla squadra. Metodologia di lavoro diversa e forma mentis avanzata che Iervolino ha voluto trasportare, praticamente riuscendoci, anche all’Ischia: in casa gialloblu le sedute di allenamento, senza voler sminuire nella minima maniera chi c’era prima (e parliamo di mostri sacri) si sono rivelate subito inconsuete, diremmo (addirittura) più divertenti per i calciatori.

Un progetto tecnico, quello dell’Ischia, che pone l’attenzione sul miglioramento di tutti i giocatori, dall’over all’under, per far si che questi possano integrarsi in un calcio moderno e fluido.
A testimoniare tutto ciò, un miglioramento dei singoli ed un sensibile cambiamento nel gioco corale della squadra. Gli esempi sono molteplici. Chiariello sembra aver ancora di più elevato il suo standard, Cibelli (mai utilizzato l’anno scorso) ha cambiato ruolo e riesce a dare ciò che ha nelle potenzialità, Sogliuzzo ha visto abbassare la sua posizione ed è diventato il metronomo che serviva, Castagna vive la sua migliore stagione (è centrale nel gioco, è pericoloso e segna con buona regolarità), Florio finalmente si diverte nel giocare un calcio che è nelle sue corde, Arcamone con la palla nei piedi è libero oggi è più libero di utilizzare le sue doti.

Tutto questo avvalorato (o che avvalora, fate un po’ voi) da una serie di statistiche di tutto rilievo. Senza entrare troppo nei dettagli, va ricordato che l’Ischia ha infilato un ultimo filotto di 10 gare senza sconfitte (Coppa compresa) e per ben 10 volte – distribuite nell’arco dei mesi – ha visto la propria porta restare inviolata. Quello che salta agli occhi ancora di più, però, è la capacità di mandare a rete più calciatori (ben 15 gialloblu hanno firmato, a riprova di una indiscutibile coralità di gioco) giungendo alle 35 siglate complessivamente.

Tutto questo, con qualche battuta d’arresto (poche) ha portato l’Ischia – dopo la disputa della prima giornata di ritorno – sul podio del campionato, quindi in piena corsa per disputare i play off per la promozione in Serie D (l’unica concorrente fuori portata di Castagna & co. sembra essere la Puteolana). I gialloblu, forti anche di una tifoseria che non lascia mai soli i propri beniamini, ha tutte le carte in regola per fare il salto tanto agognato già al termine di questa stagione, tenendo sempre però presenti i dettami societari. Ovvero, guardare al futuro a prescindere dai risultati sportivi, assecondando una sostenibilità tecnica che basa sulla coesione del gruppo. Insomma, visto il cammino intrapreso in estate, ancora di più oggi serve pazienza e capacità di attendere la folata di vento propizia, visto che la corrente superficiale pare essere quella delle storie vincenti.

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