A MIO PADRE DOMENICO SAVIO
Caro Papà,
nel giorno del tuo funerale, reso ancora più triste dall’emergenza coronavirus che non ha dato la possibilità di partecipare ai tantissimi cittadini dell’isola d’Ischia che sicuramente ti avrebbero tributato un grandioso estremo saluto, come figlio e come dirigente del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista di cui sei stato fondatore e Segretario generale, sento il dovere di ringraziarti di vero cuore per aver speso tutta la vita a lottare, a denti stretti, contro le ingiustizie e le disuguaglianze economiche e sociali prodotte dall’infame sistema economico e sociale capitalistico. Sento il dovere di ringraziarti perché hai rappresentato e continuerai a rappresentare per tutti un grande esempio di coerenza e di onestà intellettuale, di coraggio e di straordinaria forza nella difesa degli interessi delle masse popolari che come ci hai insegnato, solo la Rivoluzione socialista potrà liberare dalle catene dello sfruttamento capitalistico dando a tutti una vita dignitosa. Pur di non tradire gli interessi della classe lavoratrice italiana, negli anni ’70 del secolo scorso hai rinunciato alla carriera politica che avevi già assicurata nell’ex P.C.I., hai subito e sopportato con grande dignità l’isolamento politico e persino la derisione da parte di chi i lavoratori li pugnalava alle spalle. Ma nulla, proprio nulla, ti ha mai scoraggiato, forte dei principi del Marxismo-Leninismo e dei Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin che sin da giovanissimo, anche grazie all’attivismo politico e rivoluzionario di tuo padre Gennaro, ti hanno forgiato agli ideali comunisti in cui da sempre credevi, in cui da sempre crediamo. E quando un giorno l’Umanità vedrà finalmente sorgere l’alba radiosa di un mondo migliore, quello socialista, e allora il merito sarà stato anche il tuo, caro Papà. Come figlio, condividendo i tuoi ideali, ho avuto sin da bambino il grande onore e il grande privilegio di seguirti passo dopo passo. Quanta amarezza e quanti bocconi amari abbiamo dovuto inghiottire. Quanti calci in bocca abbiamo preso. Quante delusioni ad ogni tornata elettorale quando il popolo italiano, e in generale le popolazioni della nostra Isola, hanno sempre dimostrato di non meritare minimamente il tuo assiduo, costante e massacrante impegno a difesa dei loro interessi economici e sociali. E che dire delle notti insonni trascorse a lavorare sodo per organizzare iniziative anche di carattere internazionale, manifestazioni, cortei, oppure per impaginare, assieme a mia sorella Gabriella e sotto la supervisione di mamma Maria, l’Uguaglianza Economica e Sociale, lo storico mensile da te fondato e diretto. Per non parlare delle tantissime minacce di morte che hai subito nel tempo. Ero piccolo, eppure sembra di sentire ancora oggi il tetro squillo notturno del vecchio telefono fisso della S.I.P. e la tua voce gridare ai vigliacchi che erano dall’altra parte della cornetta che nulla ti avrebbe fermato. E così è stato. Mai nulla ti ha fermato, neppure la consapevolezza che per il tuo impegno politico rischiavi di essere ucciso e questa è stata per me la testimonianza più bella e significativa che conserverò all’infinito nella mia memoria. Ricordo che in quelle notti di paura, fingevo di dormire pur di non darti ulteriori preoccupazioni, ma il giorno dopo pretendevo di uscire con te perché temevo che potesse succederti qualcosa. E a quanti pranzi e cenoni di Capodanno siamo giunti in estremo ritardo a casa dei cari nonni Gennaro e Gabriella pur di fermare le grosse speculazioni edilizie affaristiche e in odore di loschi affari con cui a Forio, negli anni ottanta, si distruggevano coste e colline. E ancora. Che dire del tuo stoico impegno sindacale a diesa degli interessi dei lavoratori per il quale, dopo anni di memorabili lotte e di successi sindacali in tutti gli Hotel della catena ex Jolly d’Italia, venisti licenziato dal padrone e tradito dal sindacato, e cioè dai vertici nazionali di quella Cgil che a livello locale rappresentavi ed onoravi col tuo impegno. Hai fatto una vitaccia di sacrifici, e io ne sono diretto testimone, accumulando quotidianamente dosi di stress in eccesso che soprattutto negli ultimi anni, in termine di salute, ne hai pagato le gravi conseguenze, consapevole, però, di aver fatto sempre il tuo dovere sino in fondo. Scusami Papà se non sempre sono riuscito ad essere alla tua altezza e se come tutti i figli ti abbia potuto dare delusioni e dispiaceri. Grazie per avere trovato, nonostante i tuoi incessanti impegni, il tempo per essere stato un gran bravo papà, non facendoci mancare mai nulla e dedicando sempre a noi e a mamma il poco tempo libero che avevi a disposizione. E chi dimenticherà mai i giorni trascorsi al mare tutti assieme e i pic-nic che ogni domenica ci portavi a fare sulle colline ischitane. Ancora grazie infinite per tutto quello che hai fatto nella difesa degli interessi collettivi e per costruire un mondo migliore. Da ieri sono orfano non solo del mio adorato papà, ma anche del dirigente comunista che alla cui ombra mi sono formato e cresciuto e con cui ho condiviso decenni di battaglie. Ora nulla sarà più come prima e, soprattutto, non avrò più la possibilità di confrontarmi con te e di chiamarti ad ogni istante Papà. A dimostrazione dell’amore e della stima che la gente ha sempre avuto per te, in queste ore stanno giungendo migliaia di messaggi di cordoglio da tutto il mondo. Migliaia di uomini, donne, giovani e anziani che ti salutano commossi e riconoscenti per quanto fatto per loro. A me hai lasciato il testimone per proseguire il cammino nel solco politico da te tracciato. Ma non sarà assolutamente facile farlo. In ogni modo, caro Papà, ci proverò, puoi contarci. Ti saluto a pugno chiuso, con la bandiera rossa sventolante e al canto dell’Internazionale comunista. Proprio come avresti voluto tu! Che la terra ti sia lieve, mio caro adorato papà.
Forio, 14 marzo 2020
Tuo Gennaro