In Campania non si fermano neppure in piena pandemia le demolizioni delle prime case di necessità e così dopo venti, trenta anni dalla costruzione, decine di umili famiglie lavoratrici continuano ad essere buttate per strada in piena emergenza sanitaria ed economica. E visto che da dodici anni a questa parte vanno giù solo le case dei poveri cristi e mai la grossa speculazione edilizia affaristica o gli ecomostri di Stato, al contrario di quanto qualcuno vorrebbe farci credere, non ci troviamo al cospetto di un’operazione di ripristino della legalità, ma dinanzi ad una colossale ingiustizia sociale per cui lo Stato fa il forte coi deboli ed il debole coi forti. Rispetto a questa tragedia sociale, il Presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, a margine della conferenza stampa tenuta sull’isola Verde per annunciare Ischia Covid-free, e su nostra precisa domanda, in sintesi si è detto favorevole a legalizzare le abitazioni che non costituiscono pericolo e che rappresenta un disastro nel disastro mettere centinaia di famiglie per strada durante la pandemia per abbattergli la casa. “Abbiamo già formalmente segnalato come Consiglio regionale – ha affermato De Luca – l’opportunità di una moratoria. In una situazione di epidemia crede che sarebbe un disastro nel disastro mettere anche centinaia di famiglie in mezzo alla strada. Ora parliamoci con grande chiarezza. Noi abbiamo un livello di diffusione dell’abusivismo che è generalizzato. Però, attenzione, nell’abusivismo c’è quello irresponsabile, perché se io costruisco un appartamento abusivo sul greto di un fiume o su di una solfatara o in un’area demaniale o in un’area a rischio idrogeologico, questo abuso non può e non deve essere sanato. Ma se io ho aperto la finestra o la veranda o il bagno, beh, bisogna avere ragionevolezza. Io mi aspetto che il governo decida ad un certo punto di scegliere una linea realista. Quei fenomeni di abusivismo che non toccano ne l’ambiente, ne la sicurezza delle persone, credo debbano rientrare in un piano di riconduzione alla legalità. Perché quando hai fenomeni di abusivismo, il titolare dell’appartamento abusivo poi non può avere permessi, non può fare lavori di ristrutturazioni, diventa insomma una situazione drammatica”. E alla nostra constatazione che da dodici anni a questa parte vanno giù solo case di necessità e giammai gli immobili della grossa speculazione edilizia affaristica, De Luca ha affermato che questo è un dato di fatto: “E’ un dato di fatto. Noi avevamo fatto una proposta due anni fa, non ideologica ma assolutamente ragionevole. Ma come sapete siamo un paese che muore di ideologismi. Avevamo separato nettamente come dicevo un attimo fa, nell’ambito di fenomeni di abusivismo, le cose gravi e serie dalle cose sanabili con una sanzione, penalizzazione per che aveva fatto l’abusivismo. Abbiamo anche detto, e questo avrebbe bloccato l’abusivismo, che da dopo il terremoto di Ischia, bisognava cancellare dagli ordini professionali quei tecnici che facevano progetti o direzione dei lavori abusivi. Questa cosa avrebbe avuto una grande efficacia, ma siccome è una cosa efficace, non è stata fatta da nessuno. E quindi abbiamo continuato a fare propaganda pseudo ambientalista. Risultato? Non si è mossa una foglia e l’abusivismo continua ad andare avanti”. Sin qui le parole di De Luca. Ora, l’augurio, è che così com’è riuscito in contrasto con le scelte del governo nazionale, ad imporre le Isole Covid-free e la chiusura delle scuole in piena pandemia, il governatore della Campania si impegni ad imporre al parlamento e a Draghi la soluzione del dramma delle demolizioni. Non si possono demolire un milione di case nella nostra regione. Realismo vuole che si trovi, e subito, una soluzione.
Gennaro Savio