Domenica scorsa, quasi tutti applaudivano la nuova ordinanza a firma del Ministro Speranza che chiudeva le discoteche e imponeva l’uso della mascherina anche all’aperto dalle 18 alle 6 laddove non ci sia la possibilità di garantire il distanziamento. Un intervento sicuramente tardivo ma al tempo stesso estremamente ipocrita nei confronti di un problema che non riguarda solo le discoteche (perchè la movida non è solo discoteche), non riguarda nemmeno solo i giovani e non riguarda nemmeno solo i locali privati. Perchè il nostro paese vive nell’assembramento, assembramenti che vediamo sulle spiagge, nelle Poste durante i giorni di ritiro delle pensioni, sugli autobus, sui traghetti, praticamente ovunque.
Dal mese di maggio il messaggio che è passato è stato sicuramente quello di un “liberi tutti”, perchè se scrivi delle regole e poi non le fai rispettare, ti devi aspettare che da un dito il cittadino si prenda poi tutta la mano. L’Italia, l’isola d’Ischia oggi si dividono su due posizioni opposte: chi il virus ritiene che sia una stupidaggine e chi ritiene che la catastrofe sia dietro l’angolo. Della serie o liberi tutti o tutti chiusi in casa.
Ed invece basterebbe un po’ di buonsenso – quella che la nostra cultura non offre – per vivere dignitosamente senza mettere da parte i momenti goliardici, ma senza sfociare in un oggettivo pericolo di diffusione del contagio. Le scene che mostriamo in questo servizio fotografico arrivano dalla zona portuale del comune di Forio, l’occasione è quella del famoso “giovedì foriano”, ed è la dimostrazione che la discoteca è stato il capo espiatorio perchè gli assembramenti sono all’ordine del giorno.
Sulla zona costiera di Forio, tecnicamente non ci sono discoteche, ma locali in cui se chiami persino un VIP alla consolle nonostante ci sia un divieto sul ballo, se nessuno – o quasi – dei presenti indossa una mascherina nonostante un’ordinanza comunale e un’ordinanza del Governo, vuol dire che il senso di responsabilità, il senso civico oltre che il rispetto della legge sono una chimera.
Per un’estate intera si è tollerato tutto in nome dell’economia e di uno Stato che ha perso il controllo della situazione. “Se non moriremo di coronavirus, moriremo di fame” sentivamo dire a maggio. Sembra ormai tutto un lontano ricordo, almeno fino ad ottobre. Quasi certamente queste scene le vedremo per tutto il weekend un po’ su tutta l’isola (vedi Riva Destra e non solo) perchè il problema non è “il giovedì foriano” ma il sistema che non è più in grado di frenare nemmeno davanti ad un possibile peggioramento della situazione emergenziale. La responsabilità comunque è a monte. Abbiamo sfornato centinaia di decreti e ordinanze senza che poi venissero applicate sanzioni vere e queste sono le conseguenze. Non finisce qui, con buona pace di chi invece cerca di rispettare le regole e finirà per dover pagare il caro prezzo di irresponsabilità altrui.