lunedì, Dicembre 23, 2024
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Cantiere Siena: prima i cittadini!



Il responso del Sindaco dopo il sit-in di protesta dei foglietti A4, sembra essere una vera “festina lente” La minoranza punta invece alla ricerca delle soluzioni, ma quali ? intanto la discussione è prevista nel prossimo consiglio comunale di giovedì.

di Ennio Anastasio

Comincia a montare sugli interminabili lavori dell’ex parcheggio della Siena ad Ischia una brutta aria che non lascia presagire nulla di buono per il futuro. I malumori continui che si avvertono, l’aria scontenta e arrabbiata dei cittadini che dopo cinque lunghi anni si vedono davanti non un’opera compiuta, ma soltanto un grande e polveroso cantiere che procede a tratti, ed un grande pantano che di volta in volta viene svuotato, per poi riempirsi di nuovo, sono i chiari segnali di un orizzonte ancora lontano, troppo, per sincerarsi che la strada giusta sia stata una volta per tutte imboccata. La protesta dei fogli A4 attaccati alla rete di recinzione, proprio la scorsa settimana, è un grave segnale di come la pazienza sia ormai giunta al capolinea e che stia facendo posto all’esasperazione e alla rabbia,perché, un eterno cantiere, non può essere il biglietto d’ingresso del borgo ischiapontese e dei suoi residenti, da anni senza un parcheggio e con limitazioni al traffico molto incisive, in pratica un vero danno alla vivibilità del luogo. Il Sindaco Ferrandino ha dichiarato, proprio dopo l’ultima protesta domenicale, di impegnarsi personalmente in uno con l’intera maggioranza sulla tematica chiarendo però subito, che il costruendo parcheggio è un’opera privata e l’Amministrazione può solo fare da “pungolo” per l’avanzamento dei lavori. In realtà la politica sa bene che questa vicenda rappresenta un punto veramente cruciale, un passaggio che non può essere assolutamente sottovalutato perché, chi amministra, e lo fa per spirito di servizio, non può assolutamente navigare “a vista” ma deve ben tenere in conto l’opinione pubblica. Da cinque lunghi anni sembra invece che sull’argomento si sia messa la barra dritta, rischiando di andare a sbattere contro gli scogli. Il segnale è forte ed arriva su dei fogli A4 , chiara testimonianza che quella iniziale apertura di credito da parte dell’elettorato, della quale godono i governanti nello svolgimento del loro mandato, sta andando a farsi benedire. Da troppo tempo, il torpore dell’assenteismo sulla vicenda sta per far esplodere una bomba ancora più potente del consenso che si è cercato di amalgamare in un’intera campagna elettorale. Potrà apparire retorico,ma si avverte in modo chiaro questo senso di ” continua narrazione” dei fatti, forse per dare dimostrazione di fare qualcosa, per poi ammettere, che più tanto non si può fare,se non adottare il sentimento della sensibilizzazione morale. E’ bello, riempie la bocca, suona bene, ma non serve alla causa, purtroppo.

L’argomento Siena posto all’ordine del giorno da parte della minoranza

E’ veramente giunto il momento di decidere se vengono prima i cittadini, il paesaggio e la bellezza di un luogo o invece i sentieri lunghi dell’assuefazione e del rinvio, anche quando vi è una comunità che soffre e che prova a mettere in campo una forma di resistenza, forse inadeguata, ma che rappresenta comunque un segnale che non può essere tralasciato. Ci prova la minoranza discutendone nella sede del prossimo consiglio comunale, e quindi avanzando delle proposte sulla “situazione del parcheggio Siena”. Saranno argomentazioni che investono una tematica dal tono caldo della quale per il momento possiamo immaginare almeno il fondo del discorso e cioè che è arrivato il tempo di cambiare e di mettersi alla prova seriamente perché la realtà è sotto gli occhi di tutti, così come la tensione sociale e il malessere che viene espresso sempre più nelle strade e, non per ultimo, il sit-in di protesta degli A4. Che sia stato posto al Consiglio comunale l’argomento “cantiere Siena” significa tante cose: che intanto se ne parla come problematica nelle sedi istituzionali perché appunto, il problema è dei cittadini ed investe un’intera comunità, e quindi non può ritenersi un fatto solo privatistico. Che inoltre quella profonda indifferenza morale sta veramente venendo meno, lasciando posto alla saggezza di comprendere che la cosa migliore, quella più giusta da fare, a questo punto, è porre termine al più presto a questa annosa vicenda della quale vi è un’esasperata necessità di sentire che il timone sia saldamente nelle mani di qualcuno che sa bene come condurre la barca in porto.

Non solo la Siena, si ponga attenzione anche alla parte vicina pedonale.

Il marciapiedi che si affaccia sulla Siena è da tempo abbandonato a se stesso, e le condizioni di parte di esso per una lunghezza di circa trenta metri, sono veramente disastrose. Vedere quello spettacolo terrificante fatto di sconnessioni, rialzi dei cordoli e profonde crepe nell’asfalto ormai inesistente in gran parte, lascia un profondo amaro in bocca e il doloroso sospetto che gli amministratori, in questo frangente, si sono impropriamente spogliati delle vesti di responsabili della cosa pubblica. E così mentre l’acqua piovana continua ad infiltrarsi e a scavare il cemento ormai nudo, non intervengono opere manutentive da parte dell’Ente, da anni, perché? Una protezione di leggera rete, delimita il vecchio ingresso al parcheggio. Fissata al suolo lungo il bordo con paletti di ferro di appena due centimetri di diametro, appare molto inclinata verso l’esterno mentre la segnalazione del pericolo è tutta racchiusa in un pò di rete rossa plastificata che parla di un cantiere in movimento, da troppo tempo. Al di sotto, circa una ventina di pali estensori di ferro spingono in orizzontale verso il muro di cinta come a protezione dello stesso. D’altronde si è scavato e anche di parecchi metri e transitare in quel tratto non può che destare una certa preoccupazione, soprattutto quando si è consapevoli che esistono gli strumenti per una migliore sicurezza. Forse bisognerebbe mettere un punto e fermare quell’ansia di modificare il presente pensando che vi è tanto da fare per aggiustare il passato, soprattutto quando bisogna tutelare lo scarso bene ancora rimasto.

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