I Sindaci delle isole minori,
nel condividere le misure adottate dal Governo per far fronte all’epidemia di Covid19, tuttavia non possono non evidenziare gli aspetti e le ripercussioni particolarmente gravose che esse hanno ed avranno. I settori interessati dai provvedimenti sono quelli che, da sempre, i Sindaci delle isole minori hanno evidenziato come gap e come bisognosi di interventi più significativi vista la peculiarità delle isole minori. I trasporti, la Scuola, la Sanità ed il mondo 2 produttivo, anche le Famiglie in questo caso, si trovano in prima linea come destinatarie della norma. Per quanto riguarda il mondo della Scuola, con la chiusura prolungata di tutte le scuole di ogni ordine e grado, emerge sempre più forte l’esigenza di dotare gli Istituti di tecnologie e direttive che possano garantire, come avviene in altre nazioni, lo svolgimento delle attività didattiche anche a distanza e la promozione professionale del personale per renderle applicabili. Una soluzione, questa, che è, già realtà in alcuni Istituti scolastici virtuosi e che, per quanto riguarda le isole minori, potrebbe essere applicata anche durante i periodi non emergenziali, eliminando il disagio scaturito dall’assenza del personale docente a causa delle avverse condizioni meteo marine che impediscono l’arrivo nelle sedi scolastiche loro assegnate. In questo stato di emergenza la soluzione grava ancora più sulle Famiglie, non sempre pronte a darvi adeguata risposta sia in termini di contenuti didattici che di organizzazione. Un altro aspetto che emerge con forte problematicità è quello della Sanità, già carente in situazioni normali. Oggi il servizio diventa ancora più inadeguato a dare risposte per la presa in carico di pazienti quali quelli affetti dal Covid-19. La maggiore parte delle isole minori, infatti, non hanno ospedali, non hanno personale medico e OSS ed il numero dei posti letto è inadeguato anche in situazione di “normalità”; in alcune di essi, come ad esempio l’isola di Ventotene, il medico di base si reca sull’isola solo 2 volte a settimana, condizioni meteo marine permettendo. La Sanità nelle isole minori, in casi di emergenza, mette ancora più in evidenza tutti i suoi limiti mancando di risposte anche per l’assenza della continuità territoriale. Il collegamento con la terraferma, con la dotazione di elisoccorso ed idroambulanze attrezzate, carente nella normale routine, lo diventa ancora di più nei casi di emergenza attuali. L’economia delle isole minori è basata su una stagionalità che nel tempo si è ridotta diminuendo sempre più le mensilità ai lavoratori impiegati nel settore del turismo e del suo indotto, rappresentanti circa l’80% della forza lavoro presente sulle isole minori. Riduzioni che hanno coinvolto anche i sussidi di disoccupazione (unico sostentamento per molte famiglie nei mesi di chiusura delle attività imprenditoriali stagionali) ed hanno portato all’introduzione del dispositivo NASPI, la Nuova Assicurazione Sociale Per l’Impiego istituita dall’art. 1 DLgs 22/2015. 3 Parlando di stagionalità, ad un lavoratore che riesce a lavorare per 6 mesi, con la NASPI gli vengono riconosciuti appena 3 mesi. Con la riduzione ulteriore del periodo di stagionalità un lavoratore rischierebbe di non vedersi riconosciuto il supporto economico previsto dalla vigente normativa. E’ pertanto auspicabile, non solo evitare la riduzione del periodo di stagionalità, ma rimodulare le misure sussidiarie previste dalla vigente NASPI con la introduzione, per le isole minori, attese le loro peculiarità, di previgenti normative più garantiste per i lavoratori stagionali, quali quelli precedenti all’ASPI. Le isole minori, è bene ricordare, rappresentano una fondamentale ricchezza economica e culturale del nostro Paese, come lo dimostra l’isola di Ischia che contribuisce al 40% del PIL turistico della Regione Campania, un beneficio che si riflette sull’intera Regione. La riduzione ulteriore del periodo di stagionalità rappresenta uno scenario più che preoccupante se consideriamo lo slittamento dell’inizio della stagione turistica che in questo momento di emergenza legata al veloce contagio da Covid-19 sta interessando tutto il mondo e che porterà, secondo le stime, a possibili contratti lavorativi, nel settore turistico, della durata di circa tre o al massimo quattro mesi. Le difficoltà vissute dai lavoratori dipendenti sono, pertanto, la diretta conseguenza delle difficoltà che si trovano ad affrontare gli imprenditori le cui attività commerciali sono sempre più in ginocchio, anche a causa delle pressioni fiscali. Per tutte le ragioni esposte, quindi, si rende necessario adottare misure ad hoc che portino ad una agevolazione contributiva reale. Si registra, infatti, una diminuzione degli acquisti in quanto i consumi sono sempre più ridotti anche in conseguenza dei costi molto elevati che colpiscono i beni distribuiti sulle isole. Un esempio lampante è il costo al litro del carburante: in terraferma un litro di gasolio viene erogato a 1,390 euro e la benzina a 1,510 euro, mentre sulle isole minori, ad esempio ad Ischia, i costi sono di circa 1,870 euro a litro per il gasolio e 1,980 euro a litro per la benzina. Terraferma Isole minori Gasolio costo a litro 1,39 1,87 +0,48 Benzina costo a litro 1,51 1,98 +0,47 Un altro esempio è rappresentato dai costi per lo smaltimento dei rifiuti: un comune della terraferma con circa 18mila abitanti sostiene costi per lo smaltimento dei rifiuti 4 di circa 2milioni di euro, un comune delle isole minori di 10mila abitanti sostiene costi di circa 4milioni e 500mila euro. Lo stesso Genio Civile riconosce sulle opere pubbliche e private un incremento, per le isole minori, del 25%. In questo caso è lo Stato che riconosce che gli abitanti delle isole minori sostengono maggiori spese rispetto ad un cittadino della terraferma e a parità di tassazione. A questo fattore di impoverimento nel settore produttivo va aggiunta la valutazione sulle mancate entrate della finanza locale. Con il fermo del turismo anche i Comuni registreranno minori entrate per la mancata riscossione dell’imposta di sbarco o della tassa di soggiorno. Con conseguente riduzione di fondamentali risorse destinate a assicurare servizi essenziali ai Cittadini.
I 35 Comuni delle isole minori alla luce di tutte le esposte considerazioni:
chiedono che nella destinazione delle risorse si tenga conto di questi fattori evidenziati in premessa;
chiedono che il Presidente ANCIM venga convocato anch’esso al tavolo di crisi perché portatore di peculiarità spesso non considerate;
chiedono di essere coinvolti, sempre attraverso il proprio Presidente, nella scelta di leggi e di misure da adottare nei propri territori anche in sede legislativa ove, dall’adozione della Carta Costituzionale ad oggi, il Parlamento ha legiferato tenendo conto del Paese Italia senza considerare le esigenze e le peculiarità delle Isole minori che sono diverse dalla terraferma;
di rimodulare le misure sussidiarie previste dalla vigente NASPI con la introduzione, per le isole minori, attese le loro peculiarità, di previgenti normative più garantiste per i lavoratori stagionali, quali quelli precedenti all’ASPI;
evidenziano, al Governo, la necessità che si chieda alla UE non solo l’autorizzazione a superare i parametri di indebitamento imposti, ma anche che vengano destinati fondi specifici come intervento di solidarietà, essendo l’Italia il maggiore Paese comunitario penalizzato dall’epidemia;
evidenziano la necessità di chiedere alla UE che le risorse dell’attuale programmazione, non impegnate e non spese, possano essere destinate a finanziare gli interventi straordinari derivanti dal Covid-19;
sottopongono alla valutazione del Governo la possibilità di far pesare l’epidemia fra i criteri del nuovo riparto perché gli effetti negativi non avranno breve durata.
Si confida nella sensibilità del Governo nel recepire le istanze di questa Associazione rappresentante 80 isole minori abitate, divise in 35 comuni con un totale di circa 240mila abitanti.
Forio, 09/03/2020.