COMUNICATO STAMPA
Lectio magistralis del cantante e attore sul tema del divino: “Dio è in tutto ciò che ci circonda”
“Ognuno deve sentirsi padrone della propria esistenza, decidendo della propria vita: se soffri, diventando quasi un vegetale, meglio morire”. Così il cantante e attore Peppe Barra, sollecitato sui temi dell’eutanasia e sulla recente sentenza della Corte Costituzionale sul suicidio assistito nell’ambito della quinta edizione di “La Filosofia, il Castello e la Torre”, l’Ischia and Naples International Festival of Philosophy che si è sviluppato fino a domenica 29 settembre attorno al tema di Dio, con una serie di lectio magistralis, conferenze, mostre, concerti e laboratori gratuiti.
“Sono una persona credente, Dio e la divinità sono in tutto ciò che ci circonda, dagli animali alle piante. – ha proseguito Barra, che ha tenuto una lezione magistrale sulle ispirazioni divine al Castello aragonese e si è poi esibito in concerto a Sant’Angelo – Non potrebbe esserci amore senza Dio. Il mio rapporto con il sacro è sempre stato intimo e profondo, è stata mia nonna a trasmettermi un legame con i simulacri sacri, dai puttini ai presepi, dalle Madonne ai Santi. La filosofia serve ad aprire gli occhi e a scrutare il divino”. E su Napoli: “La città sta vivendo un periodo felice: non ho mai visto Napoli così affollata di turisti, forse sono persino troppi per la “mia” visione di Napoli. Gli sguardi del mondo si posano sulla dea Partenope, che sa ripagarli con la sua bellezza”.
Sul tema dell’eutanasia è intervenuto anche il direttore scientifico del festival, il filosofo Raffaele Mirelli: “Decidere se la morte possa diventare un fatto privato è complicato, specie se in un contesto come il nostro, dove i dettami religiosi e culturali sono molto importanti. Considerare il dolore di chi è investito da una disgrazia lo è forse ancor di più. In Svizzera esistono alcune realtà private che accompagnano i pazienti in modo accurato verso la morte. Ma si può curare la morte? Quando un nostro caro viene a mancare ci rendiamo conto che la morte è un fatto pubblico: i parenti, gli amici, con la loro presenza ci fa capire che la morte non riguarda solo noi, la persona, il corpo che soffre. La decisione spetta quindi al cittadino o alle istituzioni? La morte – conclude Mirelli – è un limite che pone anche le nostre decisioni al limite”.
Il festival porta avanti da cinque anni la missione di avvicinare la filosofia e i grandi temi della contemporaneità al grande pubblico.
Foto Livia Pacera/Melania Buonomano