Questa mattina si è preso atto durante il CCS dei risultati degli studi e delle analisi scientifiche realizzate dalle istituzioni universitarie e dai centri di ricerca a disposizione della Protezione Civile coordinati dal dottor Italo Giulivo. Analisi speditive che hanno portato alla rappresentazione del grado di pericolosità del territorio del comune di Casamicciola interessato in via diretta e indiretta dall’evento catastrofico del 26 di novembre. Attività svolte in due settimane per comprende cosa resta da fare, come organizzare le misure di protezione civile da adottare, chi può rientrare in casa, chi dovrà fare altre scelte, insomma indicazioni precise che saranno rese note dopo la riunione del 27 dicembre e quindi verosimilmente tra il 28 e il 29 dicembre si avrà un orientamento sulle misure che saranno adottate per dare finalmente risposte concrete ai cittadini che tutt’ora sono fuori dalle proprie abitazioni.
La Protezione Civile ha inoltre indicato quali sono le categorie di lavori di somma urgenza da realizzare nel breve periodo per mitigare il rischio. Queste indicazioni si aggiungono al lavoro di ricognizione che la struttura commissariale ha fatto presso tutti i comuni dell’isola. Domani mattina ci sarà un piano di interventi che sarà reso noto tramite un’ ordinanza di Legnini, si procederà poi alla fase successiva di avvio degli interventi. L’attività di rimozione fanghi e detriti va comunque avanti con le aziende incaricate (AMCA e SMA per quest’ultima in particolare per il piano di riuso dei materiali). E’ in arrivo anche il provvedimento che andrà a regolamentare il CAS per i cittadini sfollati, contributi a cittadini e attività per i danni che possono essere autonomamente riparati e infine il 27 e il 28 si attendono notizie anche per le scuole che dovrebbero regolarmente riaprire dopo il 7 gennaio.
Il dottor Italo Giulivo della Protezione Civile Campania (tra l’altro geologo) ha meglio spiegato lo scenario drammatico manifestatosi in seguito agli eventi del 26 novembre:
Il fenomeno è stato particolarmente impattante a causa della quantità di acqua mai rilevata su quelle zone (170 mm di pioggia) abbattutasi su un versante del Monte Epomeo provocando una frana di circa 40mila metri cubi di terra da una quota di 650 metri sul livello del mare finendo per travolgere l’abitato a 250 metri sul livello del mare. In quella zona del Monte Epomeo c’è stata una profonda modificazione morfologica dei siti e la situazione che fotografa il prima e dopo l’ evento evidenzia un paesaggio evidentemente modificato. Un’ area già critica in termini di pericolosità prima della frana, oggi vede un ulteriore aggravamento della situazione. Le numerose cave presenti in zona sono profondamente incise e su questi versanti giacciono masse instabili che nel caso del vallone Celario sono venute giù sviluppandosi in frana, mentre negli altri casi detriti e massi si sono fermati lungo il percorso lasciando comunque una situazione di pericolosità elevata.
Durante il CCS di oggi è stata illustrata di fatto la nuova mappa del rischio del territorio casamicciolese individua 4 aree:
Zona A – è quella a più alto rischio con elevata pericolosità, corrisponde al versante settentrionale del Monte Epomeo, zona lungo via Montecito e interessa le aree a monte di piazza Maio e Bagni in cui si ritiene che esiste in caso di piogge e temporali una situazione di pericolosità molto elevata a conferma di ciò che dicevano già gli studi dell’ autorità di bacino, ed è quindi necessario attivare in questa zona azioni di protezione civile. Si sta lavorando per definire nuove soglie pluviometriche atteso che è stato installato nuovo pluviometro anche a Casamicciola.
Zona B – zona con pericolosità non incisa dagli eventi e già in ogni caso preesistente, riguarda sostanzialmente via Monte della Misericordia dove, quando si satura il passaggio dell’acqua nel tratto tombato sottostante, si riversano acque anche in forte velocità, il che può costituire un pericolo per i cittadini che vogliono raggiungere autovettura piuttosto che salire ai piani alti delle proprie abitazioni.
Zona C, riguarda gran parte dell’abitato in cui non sono mutati gli indici di pericolosità dove comunque permangono criticità evidenziate precedentemente dall’autorità di bacino e dove però, una volta rimosso il fango, fango non ci sono pericoli particolari non gestibili
Zona D individua aree circoscritte dove si possono eliminare pericoli esterni da valutare caso per caso individuando gli interventi da andare a farsi o i provvedimenti interdittivi in caso di situazioni di pericolo.
Da geologo Giulivo ha affermato che convivere nella zona alta di Casamicciola comporta la necessità di convivere con un rischio poiché si tratta di zone fortemente inclinate e ciò che è accaduto il 26 novembre succederà ancora anche in virtù del cambiamento climatico. Dunque, in attesa di conoscere quelli che saranno i provvedimenti adottati a fine mese e che delineeranno il futuro di buona parte della comunità casamicciolese, sembra che l’indirizzo vada a radicarsi sempre di più in un allontanamento dei cittadini dalle zone alte del comune termale e ad una serie di misure cautelative in caso di maltempo per i cittadini che vivono in zona B.