“Senza memoria non c’è futuro”. E’ questa una delle tante frasi “fatte” con cui si indica l’importanza di tramandare e far studiare gli accadimenti storici alle nuove generazioni. E questo affinché da un lato facciano tesoro di quanto storicamente accaduto e, dall’altro, evitino il ripetersi di errori e tragedie che hanno caratterizzato la storia dell’Umanità. Si tratta di una frase importante che evidentemente viene completamente ignorata a Casamicciola Terme. Infatti presso l’Osservatorio geofisico della Sentinella tenuto vergognosamente abbandonato dalle Istituzioni dello Stato che a tutti i livelli dovrebbero garantirne la rinascita affinché anche in epoca moderna possa rappresentare un luogo di studio e di ricerca sulla sismologia, la lapide di marmo posta sulla facciata centrale che ricorda il grande scienziato Giulio Grablovitz, risulta completamente illeggibile: da non credere! Ma possibile che nella cittadina termale storicamente funestata da tragici terremoti, non si abbia neppure la volontà politica di rendere leggibile la lapide di marmo che ricorda la storia dell’Osservatorio e che fu posta qui nel 1989? Possibile che dopo trentuno anni dalla posa, l’insensibilità istituzionale abbia cancellato, senza colpo ferire, la memoria dello scienziato che primo in Italia fu incaricato di realizzare e dirigere un osservatorio geodinamico proprio a Casamicciola all’indomani del catastrofico terremoto del 1883? E pensare che il 20 dicembre scorso è ricorso il 174° anniversario della nascita di Giulio Grablovit, ma anche in questa occasione nessuno ha avvertito il dovere di rendere nuovamente leggibile la lapide che ne ricorda l’operato. L’appello che rivolgiamo all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovan Battista Castagna è quello di ridare dignità al marmo che ricorda Grablovitz rendendolo nuovamente leggibile. Inoltre auspichiamo vivamente che nella zona di Casamicciola alta epicentro di catastrofici terremoti, si lavori alla realizzazione di un parco scientifico naturalistico internazionale così come proposto dal Professor Giuseppe Luongo, già Direttore dell’osservatorio Vesuviano di Napoli e personalità di caratura mondiale nella ricerca scientifica sui fenomeni tellurici.