Con una lettera inviata al Ministro della Salute Roberto Speranza, al Presidente della Campania Vincenzo de Luca, al Direttore generale dell’ASL Napoli 2 Nord Antonio D’Amore, ai sei sindaci dell’isola d’Ischia e al Vescovo Pietro Lagnese, un gruppo di familiari dei parenti dei degenti, chiede il reclutamento urgente di personale per la RSA Villa Mercede. “Da ormai troppo tempo – si legge nella lettera – dura lo stato di emergenza di Villa Mercede, e non ci riferiamo alla situazione dovuta alla pandemia da Sars Covid 19, bensì allo stato di inadeguatezza numerica degli operatori di Villa Mercede. Già da tempo il personale è numericamente sottodimensionato e ci riferiamo in particolare agli operatori socio sanitari in servizio, alla figura del fisioterapista che viene solo per poche ore 3 volte a settimana per 16 ospiti, nonché agli animatori completamente assenti. Manca inoltre un addetto alla manutenzione delle apparecchiature e della struttura, ragion per cui spesso si trovano in grandi difficoltà (ad es. frequente mancanza di acqua calda). Gli oss, numericamente insufficienti per le specifiche mansioni, devono sopperire alla funzione sanitaria oltre che di assistenza. E’ impensabile che solo due oss ed un infermiere per turno riescano a garantire assistenza assicurando cure ed alimentazione (e stiamo parlando dei bisogni di base) a 16 ospiti, la maggior parte dei quali è obbligata a letto e dislocata sui tre piani della struttura. Attualmente altri 3 oss sono venuti meno alla forza lavoro in servizio presso la RSA senza essere sostituiti e ci chiediamo con un numero così basso di personale come si possa garantire l’adempimento dei bisogni primari e di un’assistenza dignitosa agli ospiti. Per mesi ci è stato detto che presto, una volta risolte le beghe legali, al massimo entro settembre 2020, si sarebbe reinsediata una cooperativa e ci avrebbero garantito la completa ripresa dell’assistenza dovuta in una struttura del genere. Invece anche ottobre sta passando e non si vede la fine di questa apocalisse. Intanto i nostri cari stanno continuando a peggiorare, a perdere di autonomia e ci ritroviamo nella situazione di un cane che si morde la coda, meno gli ospiti sono autonomi, minore è il numero di assistenti assegnati. Il prossimo inverno per certo non migliorerà la situazione, alle piaghe da decubito che già si sono moltiplicate ci saranno da aggiungere tutte le patologie conseguenti all’immobilità a letto (bronchiti). Già in passato ci siamo trovati ad affrontare più volte l’insufficienza numerica del personale, ma mentre in situazioni normali noi familiari abbiamo potuto sopperire aiutando i nostri parenti nei bisogni fondamentali, ora l’emergenza Covid ci impedisce ovviamente di essere presenti. Il Comitato di fatto dei Familiari degli Ospiti di Villa Mercede è consapevole che il provvedimento di chiusura si è reso necessario per tutelare la salute dei propri cari ma ci aspettiamo che vengano garantite una vita dignitosa e la soddisfazione dei bisogni primari degli ospiti con un numero sufficiente di operatori attivi”.