Venerdì 24 gennaio, durante la trasmissione “Ultimo Round” su Nuvola TV, si è discusso il tema del celibato dei preti, partendo da un fatto di cronaca isolana. Sotto la direzione di Gaetano Ferrandino, alcuni giornalisti ischitani e un ex-sacerdote napoletano hanno dibattuto l’opportunità di mantenere o eliminare il celibato nell’istituzione ecclesiale. Come spesso accade, le opinioni si sono divise tra sostenitori e oppositori.
Il sacerdote cattolico è un prescelto per grazia e deve essere pieno solo di Dio. Quando un bicchiere è colmo, non c’è posto per altro liquido. Il bisogno di una donna indica un vuoto da riempire, che raramente compare all’improvviso. L’amore tra persone non è irrefrenabile, contrariamente a quanto spesso sostenuto dai traditori per giustificare il loro comportamento.
Un prete sposato si assume la responsabilità della famiglia e deve provvedere ai suoi bisogni. In situazioni di conflitto tra i doveri familiari e quelli pastorali, come scegliere tra un bambino che piange e l’assistenza a un fedele moribondo? Inoltre, non è detto che un prete sposato raggiunga la tranquillità sentimentale e sessuale, poiché potrebbe cedere di nuovo alle tentazioni.
I Vangeli riportano chiaramente le parole di Gesù a riguardo. In Matteo 19:11-12 si legge: “Vi sono eunuchi che si resero tali da sé per il regno dei cieli. Chi può comprendere, comprenda”. Luca 9:62 aggiunge: “Chiunque mette mano all’aratro e poi si volta indietro, non è adatto per il regno di Dio”.
Chi scrive si dichiara apertamente favorevole alla tradizione del celibato e disponibile a ogni confronto su questo tema.