Il Consiglio di Stato ha accolto i quattro motivi di ricorso in Appello presentato dal comune di Serrara e ha riformato integralmente la sentenza del Tar che aveva inizialmente dato ragione agli Arturo. Il tutto nasce da un litigio tra privati e in particolare tra i gestori del Ristorante “Peppino” a S.Angelo e i proprietari dello stabile. Nel mezzo si è ritrovato il comune che ha dovuto emettere un provvedimento di chiusura dell’esercizio, in quanto non presentava i requisiti igienico sanitari (i bagni erano situati in una zona abusiva). Al provvedimento di chiusura del comune, gli Arturo aveno risposto con una richiesta di accesso agli atti, richiedendo le licenze commerciali, agibilitĂ e titoli in sanatoria di tutti gli esercizi commerciali dell’intero territorio del comune di Serrara Fontana. Ovviamente il comune ha respinto e impedito l’accesso agli atti da parte degli Arturo, i quali sono ricorsi al TAR che gli aveva dato ragione. Il comune si è opposto alla sentenza del TAR ricorrendo al Consiglio di Stato, ottenendo l’accoglimento del ricorso con l’approvazione di tutte le motivazioni presentate. In buona sostanza, pur restando il dovere di trasparenza da parte del comune sulla gestione della cosa pubblica, non può un cittadino privato richiedere un accesso agli atti di questa portata sfruttandolo per un contenzioso privato o semplicemente per mera ripicca, senza considerare le enormi problematiche che verrebbero a crearsi sulla struttura comunale che si sarebbe dovuta adoperare per recuperare gli innumerevoli atti richiesti, andando di fatto a rallentare l’attivitĂ burocratica comunale. Dunque il comune di Serrara Fontana ha operato nella giusta maniera e quindi non solo il locale resta chiuso (dunque era giustificato il provvedimento di chiusura), ma viene anche stroncato l’attacco dei gestori al comune, (erroneamente)convinti di essere figli di un dio minore. Sul suo profilo Facebook, il sindaco Rosario Caruso ha così commentato la sentenza del Consiglio di Stato.
“E’ doveroso ringraziare pubblicamente l’avv. Alessandro Barbieri per l’egregio lavoro svolto. Possiamo continuare ad affermare che l’operato dell’Amministrazione da me capeggiata è corretto, è parimenti corretto l’operato dei funzionari comunali. La richiesta massiva di atti e documenti andava respinta. Non è il fine persecutorio ad animare l’operato di quest’amministrazione ma il rispetto della Legge. ChissĂ se qualcuno anzichè fare ammenda e con onestĂ ammettere che probabilmente la causa dei suoi mali è da rinvenire unicamente in una guerra tra privati condotta senza buon senso continuerĂ a diffondere infamie, in particolare quella sulla persecuzione da parte di quest’Amministrazione. ChissĂ …noi siamo magnanimi e ci speriamo. Nel mentre però continuiamo a difenderci nelle sedi giudiziarie dall’accusa piĂą infamante, quella di essere l’Amministrazione delle mazzette. Piano piano ma senza sosta!”