COMUNICATO STAMPA
di Ennio Anastasio
Il comunicato stampa attraverso il quale si è reso noto che ben quaranta verbali sono stati elevati sulla sopraelevata per eccesso di velocità da parte della Polizia municipale di Ischia nel controllo notturno a mezzo autovelox nella sola serata del 27 agosto, rappresenta la chiara evidenza di quello che abbiamo sempre detto e scritto: sulla variante esterna, la nota “strada della morte” gli automobilisti da sempre sfrecciano a velocità assurde e le moto di grossa cilindrata utilizzano la stessa come pista per gare di corsa, spingendo al massimo della capacità i roboanti motori, e ciò soprattutto nelle ore notturne. Si è dovuto procedere anche al ritiro di una patente ad un conducente che lanciava la propria auto ad oltre 100 km/h. Il bilancio estivo di controllo con autovelox è di circa 200 verbali per eccesso di velocità. Così tanti verbali, elevati nel giro di poco più di 60 giorni sulla stessa strada e per lo stesso motivo, in realtà non possono essere considerati come un successo, un bottino per il quale trionfare ma invece – e ne converrà lo stesso Comandante della Polizia municipale – essi rappresentano una sconfitta dell’intera collettività e lo sono per la mancanza del senso civico che proprio non alberga in molti individui e per quella mancata prudenza che invece dovrebbe essere l’elemento fondante di chi si mette alla guida di un’auto o di una moto. Una sconfitta per la mancanza di rispetto di tante morti che sono segnate su quella strada con dei fiori in ricordo e a dire: “qui si muore”, una sconfitta verso i parenti di quelle tante vittime che innocentemente hanno lasciato su quell’asfalto la loro vita, mentre quello che rimaneva del loro corpo veniva coperto da un lenzuolo bianco. La morte del giovanissimo James Velsmali, 16 anni, – uno degli ultimi episodi mortali – causata da un impatto violentissimo di un’auto che non gli ha lasciato scampo su quella strada funesta ha mosso, come di solito accade in questi frangenti, una forte onda emozionale di prudenza e di rispetto del limite della velocità fissato a 50 Km orari. Ma i tanti “poteva essere mio figlio” o i “mio Dio poteva essere mio fratello” si sono man mano dispersi in quell’onda che si è andata sempre più affievolendo come quella del mare che prima o poi si smorza su di una spiaggia, lasciando posto ai tanti “me ne frego” e ad un forte ego di essere “più bravi” e quindi di poter avere sempre “il controllo della situazione” come dei veri piloti. Quei duecento verbali elevati in sessanta giorni per alta velocità sono la prova certa di quello che sosteniamo e cioè che il mondo dell’incoscienza è qualcosa di umano, esiste ed esisterà sempre e deve essere contrastato.
La sopraelevata può e deve essere umanizzata
Per noi che scriviamo con lo scopo di agitare rumori di fondo – che a volte stentano ad emergere – ma sempre con un comune senso di appartenenza alla collettività, non può mancare una domanda che legittimamente poniamo per tali comportamenti: possibile che duecento, tra scooteristi e automobilisti, avevano così fondati motivi per correre così tanto sulla sopraelevata? così tanta fretta da premere bene in fondo l’acceleratore per sfrecciare ben oltre la velocità consentita? in realtà sulla variante SS270 si assumono comportamenti di una leggerezza sconcertante e purtroppo per molti casi, in totale spregio della vita umana. Non ci è dato saperlo con rito scontato ma probabilmente nessuno dei multati ha pigiato l’acceleratore per un motivo valido ma solo perché la strada “invita a correre”: è questa l’amara risposta. Ecco perché ribadiamo nuovamente che essa necessita di un’operazione seria di umanizzazione. Non possiamo vincere questa guerra soltanto ed attraverso il sistema sanzionatorio, anche se oggi rappresenta l’unica soluzione utile per salvare delle vite umane su quella strada e ben vengano dunque in questo senso i controlli. Ma bisogna andare oltre le sanzioni mettendo in campo interventi strutturali come una protezione guard-rail tra le due corsie ed una rotatoria nella parte alta terminale della stessa superstrada che indirizzi le auto evitando scontri tra chi si immette nelle sue pericolose corsie. Fino a quando non vi sarà una volontà politica e amministrativa di porre in atto tali interventi, di lavorare intensamente per essi, di porre al primo posto il valore della vita, la sopraelevata continuerà a registrare incidenti, purtroppo in alcuni casi mortali, e noi saremo qui a scrivere di essi e di quanto sia importante metterla realmente in sicurezza. Una sicurezza che chiama in causa chi ha scelto ed oggi assume ruoli di responsabilità ai quali non bisogna sottrarsi né girarci intorno con semplici accorgimenti quali possano essere una doppia striscia bianca ed un rilevatore di velocità sul percorso stradale. Non servono, o servono veramente a poco. Abbiamo bisogno di altro, di progettare un futuro diverso, fatto di seri investimenti, partendo dal concetto che non bisogna mai risparmiare sulla sicurezza. Soltanto allora sarà finito un incubo.