Un evento inatteso e straordinario: l’avvocato Michelangelo Morgera è riuscito a fermare una demolizione proprio quando le ruspe erano ormai pronte a intervenire. L’immobile coinvolto è lo stesso già salito agli onori delle cronache grazie al toccante appello di una delle inquiline, Annalucia Scotto di Clemente, che aveva sottolineato il dramma imminente di tre famiglie prossime a perdere la casa. L’abitazione, situata in via Quercia a Ischia, era finita sotto i riflettori già dalla primavera scorsa, e sembrava che tutto fosse deciso. Tuttavia, il giudice monocratico Carla Bianco, della sezione distaccata di Ischia del Tribunale di Napoli, ha accolto la richiesta di sospensione cautelare avanzata dall’avvocato Morgera per conto del suo assistito, Giosafatte Scotto di Clemente.
La motivazione della sospensione è articolata: il giudice Bianco ha riesaminato l’istanza presentata il 6 novembre 2024, legata al ricorso in Cassazione contro un’ordinanza precedente del 3 agosto 2024. Nonostante una richiesta analoga fosse già stata respinta il 16 ottobre, il giudice ha ritenuto opportuno rivalutare gli elementi tecnici presentati nel ricorso. Pur ribadendo che il ricorso di legittimità non implica automaticamente la sospensione di un’ordinanza, è stato deciso che, per prudenza, la questione necessitava di una più approfondita valutazione tecnica, giustificando così la sospensione dell’esecuzione fino alla definizione del ricorso.
Determinante è stata l’argomentazione dell’avvocato Morgera, che ha sottolineato il rischio di un danno grave e irreparabile per il suo assistito. Nel ricorso si legge che, qualora l’immobile fosse demolito prima della decisione della Cassazione, eventuali errori non potrebbero essere rimediati con il ripristino dello stato dei luoghi, lasciando come unica soluzione un risarcimento. Inoltre, il ricorso è stato presentato nei tempi previsti e accompagnato da elementi che dimostrano una solida base giuridica.
Morgera ha anche evidenziato precedenti giurisprudenziali in cui istanze analoghe erano state accolte proprio per evitare pregiudizi irreparabili, e ha chiesto al giudice di sospendere le operazioni almeno fino alla sentenza della Cassazione. La richiesta è stata accolta, bloccando temporaneamente una demolizione che sembrava inevitabile.
