Il senso di un memoriale è il ricordo, che può essere il ricordo di un attimo in una strada solitaria di campagna e della solitudine in un banale incidente d’auto, che ha interrotto la vita di Pietro Romano.
Oggi gli amici inaugurano il P’ink Memorial, che hanno voluto per lui, ma anche per se stessi, con impegno e determinazione.
È un doppio memoriale, sulle opere di Pietro e sui tatuaggi di P’ink che si svolgerà dal 25 al 28 aprile presso la Tenuta Calitto a Panza nel comune di Forio ideato dall’Ass. Cul. Divina, Onyrico e Pro Loco Pithecusae con il patrocinio della Regione Campania.
Si svolge intorno all’ anniversario di due date di lontani mesi di aprile:
. il 25 aprile 1978, che è il giorno della nascita
. il 7 aprile 2006, che è il giorno dell’ inaugurazione della mostra personale “My sweet drama”.
Ed è in “My sweet drama” che si è trovato il filo conduttore simbolico, una sintesi fra reale ed onirico:
. un evento, quello odierno del Memorial ad Ischia
. una mostra nella vetrina di ginoramaglia
Una ripetuta scissione che scinde “My sweet drama” in
. “My sweet” per la mostra in vetrina, che rappresenta la vita giovanile alla ricerca del gesto;
. “Drama” , l’ esplorazione dei significati attraverso il gesto.
Significati e gesti che si ricongiungono nella contemporaneità, negli sconvolgimenti e nelle atrocità di cui siamo testimoni.
Una via crucis fra elementi antitetici, fra bassi istinti che metabolizzano l’orrore e che lo giustificano, appare nelle tappe segnate dalla striscia di sangue, che si riproduce capovolta, rispetto alla mostra originale.
Il dolore non è la via in salita dell’ umano verso il mistero, ma scende dall’ alto verso il basso, dal principio verso la materia.
Vita e morte non sono in contrasto, l’ una e l’altra si comprendono nell’ a-priori dell’ esistenza, in un parallelismo estremo, alla “frontiera fra visibile ed invisibile”.
Poiché l’ unità esiste prima della dualità, gli opposti sono opposti fra di loro, ma non verso l’unità che li comprende e li trascende.
Pietro Romano, tra vita e arte
Pietro Romano, conosciuto con il nome di P’Ink nel mondo del tatuaggio, nasce nel 1978 a Torino da cui migra per Bologna dove frequenta l’Accademia Belle Arti, conseguendo il massimo dei voti.
Dal 2001 inizia ad affrontare l’arte del tatuaggio, di cui da sempre è appassionato, lavorando dapprima sull’Isola di Ischia e poi presso studi a Londra, Amsterdam, Ibiza, New York, Melbourne.
Sul territorio campano, dove torna sempre e volentieri, e che ritiene un riferimento saldo nel tempo, nonostante egli si consideri apolide, abitante di Nowhere, propone le proprie opere pittoriche, partecipando a mostre collettive e personali, senza tralasciare la ricerca di un tatuaggio innovativo, che propone in studi internazionali in Europa, America e Asia.
La filosofia di P’Ink parte dall’esigenza di fare affiorare, all’esterno del corpo, ciò che muove la vita interiore; è il desiderio di vedersi rappresentati, quando ci si vede allo specchio. Il tatuaggio è la forza di rappresentarsi a sé stessi e di vivere con la pelle disegnata per il resto della vita.
Sull’isola di Ischia e a Napoli ci sono le amicizie ventennali e le tracce delle prime mostre artistiche, collettive e personali. In progetto la rivisitazione di “My sweet drama”, una performance del 2006 allestita presso il Palazzo Cellamare di Napoli, lungimirante e predittiva, quale aggiornamento della contemporaneità, scandagliando gli istinti più bassi della società umana.
Il 17 dicembre 2019 percorrendo una strada di campagna del bresciano, dove aveva aperto il proprio studio, “Le Bateau Lavoir by P’ink” a Manerbio, un incidente stradale interrompe i suoi progetti.
Onyryco li raccoglie e li pubblica.