Una domenica, quella scorsa, veramente infernale nella quale le onde e la forza del vento hanno fatto capire in pochi minuti che era in atto una distruzione senza limiti. La furia della natura non ha dato scampo ed Ischia ponte, ha dimostrato tutta la sua fragilità ai marosi che penetravano dal piazzale aragonese sin dentro le abitazioni ed i locali commerciali. Si è cercato di proteggere quel che si poteva, ma il mare è stato più forte e soprattutto spietato. L’albero di Natale, posto al centro del piazzale, è andato via tra la spuma delle onde che risucchiavano di tutto, forse anche quel pò di allegria e clima natalizio che si avverte per le strade adornate per le festività. Questo evento, del mare in tempesta che trascina via tra i flutti un albero ben addobbato da fiocchi e da luci, dall’antico borgo di Celsa, dovrebbe farci riflettere un pò tutti: amministrazione e cittadini. Il piazzale aragonese dove viene posizionato da anni questo prezioso simbolo natalizio, non è il più adatto, perché comunque, sono soldi pubblici che, in seguito a tali eventi invernali (prevedibili?!!) vanno letteralmente a “finire a mare” con tutte le conseguenze di ciò che scaturisce nell’ambiente dal materiale di costruzione. E così, mentre si varano, anche sull’isola, ordinanze giuste per eliminare ( finalmente) bicchieri e utensili di plastica dall’uso comune, ci troviamo con un albero e i suoi addobbi in mezzo al mare, che sarà quasi impossibile recuperare. E’ bello vedere nel periodo natalizio un albero addobbato con luci scintillanti nell’ampio piazzale di Ischia ponte, chi non lo vuole? fa scena, richiama il Natale, emoziona, ma proprio per questo occorre avere più accortezza e senso logistico e magari, da oggi, smettere di incrociare soltanto le dita, sperando che una tempesta di mare non arrivi nei venti giorni festivi a flagellare il piazzale ed il pontile. Probabilmente un luogo più protetto potrebbe identificarsi nella zona dello scivolo delle barche, ma nel lato più interno, a ridosso del noto bar “da Cocò” dove, ovviamente, l’effetto scenico risulterebbe un pò smorzato ma probabilmente più duraturo. Ed in ogni caso, sono valutabili tante altre proposte. Chissà, forse, al di fuori di tante inutili chiacchiere e logomachie, nomignoli e scarsi, anzi inesistenti contenuti, si può sperare che arrivino delle idee sane per le quali non occorre essere degli eroi ma soltanto cittadini che non amano rincarare la dose, quando non occorre. Forse, il miglior antidoto, è quello di non limitarsi a pensare, che, tutto sommato, quel danno, un albero natalizio strappato dalla forza del mare, che niente augura di buono, non è successo in casa propria e quindi dispiace, si, ma ci si passa sopra, tanto sono soltanto soldi pubblici.