Elena Mazzella – Nel pomeriggio di ieri, sabato 5 agosto, si svolto a Villa Arbusto il quarto appuntamento del progetto Kepos 2023 che ha avuto come tema Navigatori, mercanti e pirati sugli “umidi sentieri” del Mediterraneo antico.
A partecipare all’incontro moderato dalla dottoressa Mariangela Catuogno (direttrice scientifica del progetto), la Presidente della Fondazione W. Walton e Giardini La Mortella Alessandra Vinciguerra, il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale e il vicesindaco Carla Tufano.
La Prof.ssa Flavia Frisone, Ordinario di Storia Greca presso l’Università del Salento a Lecce ha presentato un’interessante relazione degli “umidi sentieri del Mediterraneo”, ispirata alla famosa espressione poetica coniata da Omero per indicare il mare e i suoi percorsi, è la definizione di un Mediterraneo che non è il nostro, ma è uno spazio di avventura e scoperta nel quale le navigazioni, fra mito e realtà hanno contribuito alla costruzione di una durevole dimensione culturale.
Dagli uomini alle idee, dalle piante all’esperienza del vivere, tutto ha viaggiato su questi sentieri del mare. E ha costruito storie nuove, nuove identità, incroci e scambi determinati non tanto da categorie etnico-politiche pre-definite ma dai ritmi, dalla forza, dall’imprevedibile potenza del mare e della natura, e dall’incessante umana ricerca che ne ha carpito i segreti.
Il nostro “mare di mezzo” è, storicamente, un mosaico di esperienze e di apporti che conoscono l’intero ventaglio di modalità che sempre hanno le interazioni fra i gruppi umani, dalle forme di coesistenza pacifica alle espressioni di più violento conflitto. Suoi tratti connotativi sono l’incontro e la dinamica, e, nella misura in cui questi due elementi sono capaci di alimentarsi reciprocamente e rigenerarsi l’uno dall’altro.
Partendo da questo luogo topico, la Pithekoussai dei Greci, simbolo ed esempio di quella remota stagione di sfide e di creatività, la conferenza ha voluto illustrare alcuni dei protagonisti di quelle lontane avventure, così come ci vengono restituiti dalla documentazione storico-archeologica.
“Ischia, la Pithekoussai dei Greci, è un luogo perfetto per parlare del Mediterraneo antico. In questo nuovo incontro con il pubblico ischitano ho scelto di partire da dove s’era interrotto il mio discorso precedente. Così, dopo aver parlato della comunità pithecussana delle origini, proviamo a inserirla in un contesto più ampio, nella dimensione culturale e relazionale del cui pienamente appartiene, un mare che ha le vaste risonanze del mito e delle avventure degli antichi eroi”, ci spiega la dott.ssa Frisone. “Pithecussai, infatti è a un tempo simbolo ed esempio di quella remota stagione di sfide e di creatività che ha creato quel sistema di rapporti, fatto soprattutto dell’esperienza concreta di una navigazione molto diversa da quella che conosciamo oggi. Gli “umidi sentieri” famosa espressione poetica coniata da Omero per indicare il mare e i suoi percorsi, è la definizione di un Mediterraneo che non è il nostro ma è piuttosto uno spazio di avventura e scoperta che il mito ha contribuito a rappresentare e che oggi ci aiuta a ricostruire. In questa dimensione, le navigazioni hanno contribuito alla costruzione di una durevole dimensione “creativa”, fatta di imprese portate avanti da “capitani coraggiosi”, avventurieri, pirati e commercianti allo stesso tempo. I documenti archeologici e le testimonianze storiche dell’isola ci aiutano a meglio illustrare alcuni dei protagonisti di quelle lontane avventure, così come ci vengono restituiti dalla documentazione letteraria, dalle splendide immagini della ceramica greca e dall’interpretazione storica di un remoto passato che ci appartiene da sempre e per sempre”.
E sull’interessantissimo focus che mette in luce un patrimonio di conoscenze straordinarie la dott.ssa Catuogno afferma:
“La navigazione nel mondo antico attraverso il Mediterraneo riguarda la mostra storia. Ieri abbiamo provato a raccontare come le fonti antiche e i reperti testimoniano l’immaginario del mondo greco. Gli umidi sentieri che hanno agevolato la contaminazione e il dialogo di etnia diversa costruendo la cultura occidentale.
Kepos nasce cin l’intento di mettere in dialogo le realtà nazionali con quelle locali La gestione dei beni culturali ha mille possibilità di concretizzarsi sollecitando la comunità locale fornendo esperienze da diverse realtà”.