E’ una vergogna indescrivibile ciò che è accaduto nella giornata di sabato sull’isola d’Ischia. Nella tardissima serata di venerdì, si è saputo ufficialmente della positività al coronavirus di un ragazzo residente nel comune di Barano. Il panico e l’allarmismo delirante erano già scattati in realtà dalla mattinata di venerdì, quando sull’isola si vociferava di un caso positivo. Si parlava proprio di “un ragazzo di Fiaiano”, peccato che si trattava di false notizie, frutto di supposizioni e di indiscrezioni inesistenti dato che il tampone è stato analizzato non prima delle ore 20:00 di venerdì e il cui esito è stato comunicato al sindaco intorno a mezzanotte. Sull’isola verde, però, gli inciuci e i pettegolezzi la fanno da padrone e finché è il “popolo” a chiacchierare, ben poco si può fare. Il peggio del peggio è arrivato, come detto, sabato.
In mattinata, mentre già tutti chiedevano in giro e su whatsapp chi fosse il malcapitato, ad un tratto è diventato letteralmente virale un file PDF. All’interno del file i documenti e le generalità non solo del giovane baranese risultato positivo, ma anche di tutto il resto del nucleo familiare: mamma, papà, sorella e persino i dati dell’altra sorella e dei due nipoti (entrambi minori) che in realtà vivono in tutt’altra casa e non hanno contatti con il parente praticamente da un mese. Ovviamente i documenti erano corredati persino dalle foto di ciascun membro familiare, con tanto di indirizzi e tutti i dati sensibili che ciascun documento d’identità contiene.
Il file ha fatto il giro dell’isola ed è andato anche oltre, fino a quando tante persone per bene (che esistono e che magari si vedono poco sui social!) oltre ad informare la famiglia, hanno anche denunciato sui social l’accaduto, informando le Forze dell’Ordine. Inutile dire i danni e i rischi che comporta la diffusione di dati del genere: i documenti con le foto, soprattutto dei minori (ma non solo), potrebbero finire ovunque, chissà in quali mani e utilizzati chissà per quali scopi. Tutto questo perché? Perché gli ischitani dovevano sapere tutto dei “presunti” untori! Non è bastato che i media abbiano fatto sapere sin da subito che gli organi competenti erano già a lavoro per ricostruire la rete dei contatti e dei contatti dei contatti, tra l’altro una rete molto ristretta grazie al comportamento esemplare adottato dal ragazzo.
Ma chi ha diffuso i documenti e soprattutto esattamente di quali documenti si trattava? Il responsabile verrà scovato dalle indagini che scatteranno non appena il legale già incaricato dalla famiglia procederà a sporgere denuncia presso le Forze dell’Ordine. La provenienza dei documenti, tuttavia, è da restringere a poche istituzioni pubbliche che possono avere accesso a questi documenti. Infatti, non si tratta di fotocopie dei documenti d’identità che magari casualmente poteva possedere anche qualche conoscente della famiglia. No, i documenti erano chiaramente dei documenti interni che solo gli uffici anagrafe e Forze dell’Ordine possono avere. Persino i familiari non ne sono in possesso. Ma perché, allora, quei documenti sono finiti sui cellulari di tanti cittadini ischitani? Perché dei documenti che potevano essere utilizzati ad uso interno nel comune di Barano sono finiti sul web superando confini inaspettabili?
Il comune di Barano sarà chiamato a fare chiarezza su eventuali responsabilità, ma oltre all’origine dei documenti stessi è vergognoso il comportamento di quei cittadini che hanno contribuito alla diffusione dei documenti, ripetiamo, persino quelli dei bambini. Siamo gente senza scrupolo, persone che con il loro comportamento e con tanti pessimi commenti sui social privi di qualsiasi informazione approfondita, hanno descritto uno sfortunato ragazzo e i suoi familiari come presunti untori di un’isola che si dimostra ancora una volta irrispettosa di qualsiasi legge giuridica e di buonsenso sulla privacy delle persone. Una comunità che non sa neanche che a ricostruire la rete dei contatti è l’ASL e non di certo ogni normale cittadino e che comunque le informazioni necessarie sarebbero state rese pubbliche da lì a poco.
Dunque, scatteranno ben presto le indagini, bene farebbe comunque il sindaco di Barano Gaudioso ad avviare un’indagine interna per capire se i documenti sono usciti dai suoi uffici e chi li abbia fatti uscire. C’è da scusarsi poi (come minimo!) con la famiglia. Ma le scuse devono arrivare a gran voce anche da tutti quegli ischitani – non pochi – che hanno già dimostrato, seppur a distanza, la propria solidarietà al giovane baranese e alla sua famiglia, nella speranza che il ragazzo guarisca presto e che sia riuscito ad evitare il contagio dei suoi parenti. Siamo certi che riusciremo a rimediare non appena ne avremo la possibilità di farlo, a differenza di chi, guardandosi allo specchio e magari leggendo queste righe, si sentirà vergognoso protagonista dell’ennesima triste vicenda di inciucio ischitano.