domenica, Novembre 24, 2024
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LA SCUOLA MEDIA DI ISCHIA RICORDA LA SHOAH: UNA TARGA IN RICORDO DI ALBERTA LEVI TEMIN



PRESSO LA SCUOLA MEDIA DI ISCHIA RICORDATA LA TRAGEDIA DELLA SHOAH: SCOPERTA UNA TARGA IN RICORDO DI ALBERTA LEVI TEMIN E PRESENTATO IL LIBRO DI PASQUALE LUBRANO

di Gennaro Savio

In occasione delle iniziative sulla Giornata della Memoria che ricorre il 27 gennaio, giorno in cui nel 1945 i soldati sovietici dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz dalla ferocia nazista, presso la scuola media “Giovanni Scotti” di Ischia è stata ricordata la tragedia della Shoah. L’importante iniziativa è stata aperta dalla testimonianza video, registrata negli anni scorsi proprio a Ischia, di Alberta Levi Temin, la donna ebrea, scampata a Roma, il 16 ottobre 1943, alla prima deportazione degli ebrei dall’Italia. “Non c’è nessuno che ha il diritto di togliere una vita all’altro. Apparteniamo tutti alla razza umana che è una sola”, disse tra l’altro a Ischia la Temin. Parole attualissime che mai come oggi suonano come un deciso monito verso chi nella società italiana diffonde odio e razzismo. In ricordo di Alberta Levi Temin, la Preside Lucia Monti ha  scoperto una targa, donata dalla fabbrica delle  Ceramiche Mennella di Casamicciola Terme, nel cortile della scuola che ricorderà ai posteri la straordinaria testimonianza storica di questa donna ebrea che sino agli ultimi giorni della sua vita ha voluto pubblicamente  ricordare l’immane tragedia.  Nell’Aula magna della scuola è stato interessantissimo e formativo il dialogo tenuto con gli alunni della “Scotti” da Diana Pezza Borrelli e Pasquale Lubrano Lavadera, quest’ultimo autore, tra l’altro, del libro dal titolo “Alberta Levi Temin finché avrò vita parlerò”, e che praticamente è stata l’ultima e preziosa testimonianza fatta da Alberta prima di morire. “Quando ho conosciuto la storia di Alberta – ha dichiarato Pasquale Lubrano Lavadera – avevo un grande desiderio di scriverla. Però ho chiesto a lei se era contenta, e lei è stata felice. Per cui ci siamo incontrati nella sua casa per sette mesi ogni quindici giorni. E lei era felice. Mi accoglieva con amore grande affinché potesse raccontarmi sempre qualcosa di più. E quando l’ultima volta, nel luglio del 2016, anziché sulla poltrona la trovai distesa a letto perché avvertì che le forze le venivano meno. E quando le dissi che quel giorno non avrei voluto stancarla, lei mi disse ‘io in coscienza ho preso questo impegno e finché avrò vita parlerò’. E quello è stato l’ultimo momento forte, di incontro con lei perché dopo poco è partita”. Il giorno prima di morire, Alberta Levi Temin chiese a Diana Pezza Borrelli, con cui dal lontano 1990 aveva ininterrottamente condiviso ovunque iniziative in ricordo della Shoah, di continuare a portare nelle scuole e nella società la sua testimonianza. “Mi ha chiamato il 30 agosto – ci ha raccontato Diana Pezza Borrelli -, il giorno prima di morire. Io ero ad Ischia e mi dice ‘Diana, io non ho più voce, hai il compito di parlare tu per me per l’unità e la pace. E naturalmente da allora continuo a testimoniare in memoria di Alberta. Quindi ritornare in questa scuola dove siamo state insieme a testimoniare la “Regola d’oro”, che è presente in tutti i testi sacri e anche nella sala dell’assemblea dell’Onu. Si tratta di un messaggio universale per la possibilità di costruire l’unica famiglia umana. Venire qui dove sono stata con Alberta e mettere questa targa sull’ulivo che abbiamo piantato l’anno scorso, è una grande emozione ma anche una grande speranza perché nel momento che stiamo vivendo veramente scopriamo questa dimensione del rispetto di tutte le diversità”.

La Preside Lucia Monti, oltre a ringraziare gli insegnanti della “Scotti” che con il loro impegno hanno permesso la straordinaria riuscita dell’iniziativa e i dirigenti delle scuole ischitane che hanno consentito anche ai loro studenti di essere presenti,  ha sottolineato quanto sia importante, oggi, ricordare ai giovani i tragici eventi conseguenza dell’efferatezza del nazi-fascismo. “Ricordare questo tragico evento – ci ha detto la Preside Monti – significa molto per i ragazzi la cui età è compresa dai dieci ai quattordici anni. Significa essere consapevoli di amare il prossimo ed essere solidali con gli altri superando le diversità. Queste iniziative, oltre a ricordare dei tragici eventi, servono per far si che non avvengano mai più”.

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