di Elena Mazzella
Quella che apprendiamo e raccontiamo e’ una storia incredibile, di quelle che sembrano uscire dalla scenografia di un film. Ma non è così. E’ tutto vero.
La storia di Carla, figlia della nostra vulcanica isola, emerge tra le righe di “Storie degli altri” e subito fa il giro dei social.
“Lei è Carla. Nasce a Ischia nel 1995. Le manca un braccio, i piedi sono inclinati all’interno, la mandibola ha delle malformazioni. I medici dicono che ha una sindrome rara, ci sono solo pochi casi al mondo. Deve rassegnarsi, non camminerà e non parlerà mai. I genitori piangono. Carla no” .
E’ così che inizia il racconto che riguarda una ragazza che conserva su di se tutte le firme delle innumerevoli sfide con la vita. Facciamo fatica, dopo aver viaggiato tra le parole di questa storia struggente, a trattenere le lacrime. Sentiamo una forza esplodere nel petto, quella stessa forza che Carla ha sentito dentro di se e che ha usato come arma per non abbattersi ed affrontare tutte le difficili prove che la vita le ha posto davanti.
Ma continuiamo a leggere il suo racconto riportato dal portale “Storie degli altri”, grazie al quale siamo venuti a conoscenza della storia di una figlia di Ischia.
“Affronta tanti interventi con il sorriso. Poco alla volta impara a scandire le sillabe, muove i primi passi. Cade, si rialza, riprova, finché lascia tutti a bocca aperta.
È il 2018. Carla parla, cammina, si è costruita una vita su misura, ma le sta stretta. Qualcuno le parla di paracadutismo, lei sente una scossa, un fremito di vita. S’informa, poi siede davanti ai genitori. Voglio lanciarmi dagli aerei. La madre non ne vuole sapere. È troppo pericoloso. Anche il padre è preoccupato da morire. Carla tiene lo sguardo fisso su entrambi. Ha lottato con tutta se stessa per far funzionare le sue gambe e le sue braccia. Vuole correre, saltare, volare. Vuole essere libera. I genitori capiscono, ha il loro appoggio.
Carla si prepara per il primo salto con l’istruttore. Si affaccia dall’aereo. Un minuto al lancio! Ha paura, poi d’un tratto non pensa più a nulla. Si tuffa. Fluttua. Accarezza l’aria. Il mondo ai suoi piedi è piccolissimo. Lei si sente infinita. Prova una connessione totale tra mente e corpo. Finalmente è se stessa, completa. Apre il paracadute. Tutto rallenta. Anche le emozioni. L’impatto con la terra la sorprende. Respira a pieni polmoni. Il mondo sembra ancora più bello.
Carla continua ad allenarsi. Inizia i lanci per prendere il brevetto, ottiene la licenza. Supera ogni limite. Oggi ha 28 anni. Ha affrontato molte operazioni agli arti, ventisette solo al viso, combatte ogni giorno per ritagliarsi piccoli pezzi di normalità e dimostrare a se stessa che con determinazione e costanza, non c’è ostacolo che tenga. Le avevano prospettato una vita di immobilità. È diventata un’atleta di paracadutismo sportivo. Si lancia da oltre quattromila metri a velocità incredibile. Problemi e difficoltà scivolano via. Fluttua nel vento, lontana da tutto. Vicina a se stessa”.
Ebbene, si resta davvero senza parole ma con un profondo sentimento di ammirazione verso Carla, un vero e proprio miracolo della vita, che così risponde:
“La generosità, il sostegno e la professionalità del team della Skydive Salerno – Scuola di Paracadutismo hanno reso possibile ciò che sembrava un’impresa impossibile. Avete oltrepassato i confini di una semplice scuola di paracadutismo, diventando la mia seconda famiglia. In particolare ringrazio Gaetano Giella perché, nonostante le difficoltà, col suo straordinario supporto, ha creduto in me. Non posso non ringraziare anche Enrico Cosaro, mio istruttore dall’inizio del percorso. Devo ancora prenderla la licenza, un passo alla volta, si raggiunge qualsiasi obiettivo”.
E allora cara e dolcissima Carla, ti diciamo che a ringraziarti siamo noi, per questo immenso esempio di forza e di voglia di vivere così contagioso da far esplodere in petto miriadi di emozioni incontenibili.