mercoledì, Novembre 6, 2024
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L’intenso legame tra Napoli e l’Antico Egitto: un viaggo nella storia





Il legame tra la città di Napoli e l’Antico Egitto è più antico ed intenso di quanto si possa immaginare. La metropoli partenopea è sempre stata caratterizzata da una forte presenza straniera; in questo senso già intorno al I secolo a.C., ovver durante l’età imperiale, si stabilì presso piazza San Domenico Maggiore una comunità di marinai e mercanti di origini egiziane provenienti direttamente da Alessandria d’Egitto. A tal proposito, possiamo vedere come sul decumano siano raccontati una vicus Alexandrinorum, ossia l’attuale Via Nilo, ed una Regio Nili (quartiere).

L’influenza dell’antico Egitto

L’antico Egitto, quindi, esercita ancora oggi una particolare influenza e continua a mantenere un rapporto molto profondo con la città di Napoli. In questo senso, basterebbe pensare al tempio di Iside a Pompei o al Corpo di Napoli, statua che rappresenta il Dio Nilo. Oppure, alternativamente, ancora del comune interesse verso il mondo dell’aldilà. La realtà dell’antico Egitto, insomma, rappresenta un’eredità che continua ad incidere profondamente su arte, cultura, scienza e spiritualità del mondo contemporaneo. L’influenza dell’antico Egitto, con i suoi misteri, le sue piramidi, i faraoni e le divinità si estende anche alla dimensione delle slot online, dove i simboli e l’estetica di questa civiltà hanno ispirato numerosi giochi di successo. La popolarità di giochi come Book of Ra deluxe, ovvero la versione aggiornata della Book of Ra Classic, è una chiara testimonianza di quanto il simbolismo dell’antico Egitto riesca ancora oggi a coinvolgere i giocatori di tutto il globo.

Il Corpo di Napoli

Tra i testimoni principali di quest’antico legame tra Napoli ed Egitto rientra senza ombra di dubbio il Corpo di Napoli, una statua in marmo bianco dedicata al Dio Nilo, dal quale prende il nome anche la famosa piazza. La scultura, eretta dalla comunità alessandrina, è stata dimenticata per svariati secoli, fino a quando non è stata riscoperta acefala nel corso dell’epoca medievale. Secondo le varie testimonianze e credenze, la statua sarebbe stata decapitata in seguito all’editto di Milano andato in scena nel 313. Il nome, Corpo di Napoli, simboleggia la città madre che allatta i propri figli. Nel corso del XVII secolo ci sono stati vari cambiamenti apportati dallo scultore Bartolomeo Mori, che si preoccupò di aggiungere alla statua la testa barbuta del Dio Nilo, per poi sostituire il braccio destro aggiungendo una cornucopia, i putti, una sfinge sotto il braccio sinistro ed un coccodrillo presso i piedi. Mentre il gruppo scultoreo in marmo rappresenta un’evidente testimonianza dell’intenso legame che nel corso della storia si è venuto a creare tra Napoli ed Antico Egitto, la cornucopia nella mano destra, decorata con fiori e natura, rappresenta il simbolo della fertilità propria del fiume egizio.

Il contatto con l’aldilà, gli amuleti e le credenze

Ulteriori testimonianze del rapporto tra la città di Napoli e l’antico Egitto sono il contatto con l’aldilà, gli amuleti e le credenze che, in una realtà presa dalla digitalizzazione e dallo sviluppo tecnologico con innovazioni come l’Intelligenza Artificiale (che ci aiuta anche a svelare misteri del passato), uniscono i due mondi, in una dimensione che sembra quasi parallela, più di quanto possiamo immaginare. Nella metropoli partenopea, infatti, sono presenti due chiese dedicate a santa Maria Egiziaca, una monaca ed eremita che nel corso del IV secolo è fuggita da Alessandria d’Egitto. Il legame con i defunti nella cultura egizia è sempre stato molto profondo e lo stesso identico discorso vale per quella napoletana. Il culto dei morti, infatti, non spaventa minimamente i napoletani e l’esempio più lampante è il culto delle anime pezzentelle alla Sanità. Inoltre, arrivando agli amuleti e alle credenze, possiamo vedere come gli egizi nel corso della storia in Campania abbiano introdotto diversi amuleti in forma di animali sacri come gli scarabei, oltre a pendagli, statuette, pietre preziose, collane e molto altro ancora. In questo senso, uno dei simboli d’eccellenza della superstizione e della cultura napoletana è senza ombra di dubbio il Corno, noto anche come Curniciello, derivante da un mito arrivato fino ai giorni nostri.

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