mercoledì, Febbraio 5, 2025
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PAOLO AMALFITANO E’ IN REGIME DI “LIBERTA’ PROVVISORIA”: LA FAMIGLIA SMENTISCE IL COSMAR



Si riaccendono nuovamente i riflettori sull’arresto del primo ufficiale ischitano Paolo Amalfitano avvenuto in Senegal a fine giugno in seguito al ritrovamento di un grosso carico di droga nascosto nelle auto trasportate dalla nave “Grande Nigeria”. Dopo le prime notizie circolate alcune settimane fa, a cui ha fatto seguito la richiesta della famiglia Amalfitano di mantenere il silenzio sulla vicenda (?), a riaccendere gli animi è stato un comunicato del  COSMAR. Il comitato a salvaguardia della dignitĂ  dei marittimi ha duramente attaccato il Ministero degli Esteri e chiedendo ora l’intervento del nuovo Ministro Luigi Di Maio. In buona sostanza, IL COSMAR sostiene che troppo poco sia stato fatto e si sta tutt’ora facendo per liberare il primo ufficiale ischitano Paolo Amalfitano e il comandante Biagio Pasquale Mattera residente a Monte di Procida. Immediata la risposta delle famiglie, che questa volta hanno replicato insieme al COSMAR dissociandosi da quanto denunciato. E per giustificare la presa di posizione contraria, le famiglie hanno di fatto dato reso pubblico un nuovo aggiornamento sullo stato attuale dei due marittimi,di cui noi eravamo a conoscenza ma che avevamo preferito tenere per noi vista la richiesta (quantomeno non condivisibile) di silenzio sulla vicenda: Amalfitano e Mattera sono in regime di “libertĂ  provvisoria”. Di fatto quelli che potevano essere i rischi di un carcere che è ben diverso da quello italiano, non esistono piĂą perchè i due marittimi si trovano “ai domiciliari”. Una notizia positiva in attesa di ulteriori sviluppi che speriamo di poter avere al piĂą presto dalle famiglie. In fondo è solo rendendo pubblici gli aggiornamenti che si può evitare la divulgazione di notizie non veritiere e di attacchi come quelli del COSMAR, sempre che non ci sia altro che non si sappia. Di seguito il comunicato delle famiglie.

 

Gentile Direttore,

rileviamo che sui quotidiani locali odierni sono stati pubblicati nuovamente articoli di stampa relativi alla vicenda che vede, loro malgrado, coinvolti in Senegal il Comandante Biagio Pasquale Mattera e il Primo ufficiale Paolo Amalfitano. Nel ribadire, ancora una volta, che l’indagine “antidroga” condotta dalle Autorità senegalesi è stata agli stessi estesa in virtù del solo ruolo funzionale da essi ricoperto in nave e senza che sussistano indizi di coinvolgimento, neppure labili, a loro carico, occorre precisare, ai fini della corretta informazione, che, da giorni, Comandante e Primo Ufficiale si trovano in regime di “libertà provvisoria”.

Si tratta –come è evidente- di un ulteriore passo in avanti verso la definitiva risoluzione della vicenda che, come già ribadito dai familiari, è in continua evoluzione ed è seguita e monitorata costantemente e sin nell’immediatezza dal Ministero degli Esteri, con la locale Ambasciata, delle Autorità consolari con una propria delegazione e, non da ultimo, dalla stessa compagnia di navigazione “Grimaldi” che è stata e continua ad operare sempre in prima linea, a fianco delle Istituzioni competenti, nella tutela dei diritti dei propri dipendenti ingiustamente coinvolti: tutti, secondo le proprie prerogative, sono attivi e si stanno adoperando, affinché Comandante e Primo Ufficiale siano definitivamente liberi e possano far rientro in Italia.

I familiari del comandante Biagio Pasquale Mattera e del Primo Ufficiale Paolo Amalfitano, anche alla luce della favorevole evoluzione della vicenda, ribadiscono la piena fiducia nelle Autorità preposte e ribadiscono la loro contrarietà all’ amplificazione mediatica del caso che, se ridotta ad una rappresentazione non aggiornata e parziale dei fatti, risulta sicuramente controproducente.

In particolare, i familiari del Comandante e del Primo Ufficiale intendono affermare la propria estraneità rispetto ai contenuti e ai toni del comunicato COSMAR, e al relativo articolo giornalistico a corredo, oggi pubblicato sul Quotidiano “Il Golfo”, rispetto ai quali dissentono.

Contrariamente a quanto ivi si legge, le Autorità italiane, al pari di quelle tedesche, stanno monitorando con la massima attenzione il caso e interloquendo con le competenti Autorità senegalesi, tanto che tutti i cittadini – italiani e tedeschi- che sono stati coinvolti nella attività investigativa senegalese, non si trovano più detenuti in carcere senza che sia stata pagata alcuna cauzione come erroneamente riportato da alcuni mezzi di informazione e, in ogni caso, anche durante il regime detentivo, hanno sempre visto garantite dignitose condizioni di vita e periodiche comunicazioni con i familiari che, sin dal principio, sono state sempre assicurate e non si sono mai interrotte.

Attesa l’estrema delicatezza della vicenda che non è ancora giunta alla definitiva risoluzione, i familiari del Com.te Mattera e del Primo Ufficiale Amalfitano, nel ringraziare tutti quanti hanno manifestato ampia solidarietà e partecipazione, ribadiscono la propria piena fiducia nelle Istituzioni e la volontà di evitare l’amplificazione mediatica del caso, sino al suo favorevole esito conclusivo.

Le famiglie

Mattera e Amalfitano

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