Procida come laboratorio della ripartenza culturale del Paese dopo il complesso periodo della pandemia: così, a poche ore dalla nomina a Capitale italiana della cultura 2022, l’isola vive con entusiasmo e responsabilità la sua nuova dimensione nazionale, sottolineata dal boom di ricerche su Google (oltre 200 mila in 24 ore) e da un incremento di oltre 10 mila followers della pagina Facebook ufficiale. E mentre – per effetto dell’ultimo Dpcm – riprendono le visite guidate a Palazzo d’Avalos, l’ex carcere borbonico che domina il borgo di Terra Murata (visitabile dal lunedì al venerdì, previa prenotazione), il direttore di Procida 2022, Agostino Riitano, torna sui contenuti del dossier, che prevede 44 progetti culturali e 330 giorni di programmazione (a partire dal 22 gennaio 2022), con il coinvolgimento di 240 artisti, 40 opere originali e 8 spazi culturali rigenerati, tra i quali anche Palazzo d’Avalos, che ospiterà “SprigionArti. Visioni del tempo e dello spazio”, con installazioni artistiche di arte contemporanea.
Si chiamerà invece “Amih” la residenza per artisti rifugiati e richiedenti asilo di tutta Europa: un messaggio di integrazione e inclusione che arriva da un territorio che già si è segnalato per essere stata la prima isola con uno Sprar, un sistema di protezione di migranti – tra i quali molte donne e bambini – attivo sull’isola dal 2018.
Il nostro progetto – spiega Riitano – punta molto sulle opportunità da offrire a quelli che l’Agenda 2030, il documento adottato dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, definisce ‘agenti critici del cambiamento’: bambini, giovani uomini e donne. Trasformeremo l’isola in un laboratorio di felicità sociale, con programmi culturali educativi e inclusivi. Un secondo asset riguarda le imprese culturali e creative, il cui sviluppo sostenibile – fondamentale per un cambiamento ecologico del Paese – è fondamentale. Innovazione sociale e rigenerazione urbana, in linea con il “Piano Sud 2030, sviluppo e coesione per l’Italia”, elaborato dal nostro governo, faranno di Procida un laboratorio di transizione ecologica per una nuova idea di Mezzogiorno, connesso e inclusivo. E infine il turismo lento e di ritorno: la scelta di Procida come capitale della cultura suggerisce una riflessione sugli ecosistemi fragili, spesso aggrediti dalla forte pressione dei visitatori. L’isola incarna alla perfezione l’idea di una realtà autentica, in cui sarà generata una contaminazione sostenibile tra la comunità procidana e i visitatori, assurgendo a modello esemplare per le altre piccole isole d’Italia e per i comuni delle aree interne del Paese, con i quali abbiamo da tempo instaurato un dialogo.
“Saremo ben attenti, da capitale italiana della cultura nel 2022, a non snaturare i nostri luoghi e la nostra identità – conferma il sindaco di Procida, Dino Ambrosino – il cui sviluppo armonico, sintetizzato dal nostro dossier, è oggi più che mai imprescindibile. Siamo fieri di rappresentare l’Italia, la Campania e le piccole isole. Ci complimentiamo con le altre nove finaliste: essere stati scelti in un novero di candidate così significative, e tra progetti così ben articolati, è un ulteriore motivo di orgoglio”.