Egregio Direttore,
ho trovato al tempo stesso inutile e stupefacente la risposta espressa dalla task force del Comune di Ischia in relazione alla questione sicurezza sulle strade, a seguito dei tragici fatti di pochi giorni fa.
La “soluzione” prospettata dalle autorità competenti, basata su più duri controlli alla movida isolana, mi sembra una “pezza a colore” e spiego il perché.
Le tragedie che da anni si verificano sulle strade isolane non possono essere affrontate come un problema di semplice ordine pubblico, come se andare a letto prima o bere meno eliminasse un fenomeno, quello della pericolosità delle strade, che non ha relazioni dirette con quanto accade il sabato sera.
Infatti, il fenomeno è strutturale: queste tragedie accadono di inverno e di estate, la sera come la mattina, ne sono protagonisti persone ubriache o sobrie, e solo delle istituzioni impotenti possono pensare di limitare pericoli ed incidenti solamente con più posti di blocco nel week end.
La verità è un’altra, o meglio la verità è più complessa.
Innanzitutto, è necessario che la politica locale trovi tempo, soldi e interesse per istallare dissuasori di velocità, come è ordinario oggi vedere al nord Italia: che si istallino, dunque, i dossi o ancor meglio le strisce pedonali rialzate. Un piccolo buon esempio è allo Scentone a Forio dove in corrispondenza di una scuola è stata rialzata la striscia pedonale e ciò obbliga i conducenti a rallentare. Dunque si può fare, e allora si deve fare anche in altre zone dell’isola. Perché sfido io ad attraversare la strada serenamente alla Chiaia o tra Lacco Ameno e Casamicciola o ai Pilastri!
Il traffico è poi oggettivamente eccessivo. Rimedi utili potrebbero essere la circolazione a targhe alterne o l’applicazione di una tassa di soggiorno per le auto imbarcate.
E poi le piste ciclabili, completamente assenti. Zero assoluto.
Da alcuni anni c’è stato un vero boom di bici elettriche ed è un fatto estremamente positivo. Una bici in strada in più significa una moto o un’auto in meno.
È però altrettanto evidente che far circolare bici, moto, camion, bus e auto su un’unica corsia, peraltro spesso percorsa a velocità eccessiva, porta inevitabilmente ad incidenti.
Se l’Europa ha scelto la mobilità green, allora è necessario costruire delle infrastrutture adeguate. Altrimenti è il caos.
La soluzione: più bici e bus pubblici, meno auto e bus privati. È banale lo so, ma non c’è alternativa.
La sola repressione è inutile, se manca una progettualità.
Dario Comegna