lunedì, Novembre 25, 2024
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TAPPA PER TAPPA ED EVENTUALI CONTATTI: TUTTI GLI SPOSTAMENTI DEL GIOVANE BARANESE RISULTATO POSITIVO



Nella tarda serata di venerdì a Ischia è stato riscontato il secondo caso positivo  sull’isola dopo la positività del turista bresciano. Si tratta di un giovane di 27 anni residente nel comune di Barano rientrato da un viaggio nelle Filippine (ma non solo) e non in Thailandia, come purtroppo riportato dalle solite false notizie diffuse. E mentre a Ischia è iniziata una vera e propria – vergognosa – caccia alle streghe, ci siamo messi a lavoro per provare a ricostruire gli spostamenti del ragazzo che tra l’altro sono già noti agli organi competenti (Asl e comune di Barano). Della vergognosa diffusione dei documenti personali (la cui origine è facilmente intuibile) parleremo in separata sede. Ora ricostruiamo passaggio per passaggio, il percorso del giovane baranese.

 

Innanzitutto si tratta di un giovane che ha sempre amato viaggiare e per la seconda volta nella sua vita ha deciso di viaggiare da solo. Come tanti ischitani impegnati per tutta la stagione turistica a lavorare, anche lui in questo periodo aveva prenotato da tempo un viaggio lungo e anche particolare. Il viaggio “incriminato” e in solitaria è iniziato il 12 febbraio, anche all’epoca il virus era un problema che non sentivamo  – forse erroneamente – ancora nostro. Tra l’altro, la destinazione non era tra le zone a rischio. Il giovane baranese, da solo, ha trascorso 22 giorni in vari paesi delle Filippine, lì ha incontrato persone, fatto nuove amicizie, nessun contatto però appartiene all’isola d’Ischia o vi è indirettamente collegato. Gli ultimi sei giorni (trasferimenti vari compresi) sono stati trascorsi ad Amsterdam (Paesi Bassi) e qui è continuato il viaggio in solitaria del giovane baranese. Tra le varie tappe in Asia e in Europa ha effettuato circa 10 trasferimenti in areo, con controlli della temperatura sia all’andata che al ritorno. Mai nulla. L’indiscrezione più interessante raccolta dalla nostra redazione riguarda l’approccio estremamente cautelare da parte del giovane abituato comunque a girare per il mondo e quindi ad avere a che fare con situazioni particolari. Sin dal primo giorno, durante gli spostamenti, ha indossato la mascherina e i due paesi visitati erano già avanti rispetto all’Italia sulle misure preventive come i detergenti sparsi un po’ in tutti i luoghi pubblici, controllo della temperatura all’ingresso di alcune spiagge e di tutti i centri commerciali; un virus diffuso in queste zone può essere letale data l’impreparazione dal punto di vista medico sanitario.

 

Tornando alle tappe più interessanti e che riguardano strettamente l’isola d’Ischia, abbiamo appurato che il giovane ha cambiato il volo che prevedeva uno scalo  su Roma, optando per un volo diretto Amsterdam – Napoli. Prima ancora di partire, data l’evoluzione quasi catastrofica in Italia del virus, è stato contattato il medico curante, il quale ha suggerito al ragazzo di continuare a mettere in atto tutte le precauzioni possibili (disinfettare le mani e indossare la mascherina) e soprattutto di autodenunciarsi alla guardia medica una volta rientrato sull’isola mettendosi  in assoluto e rigoroso isolamento. La famiglia era già attrezzata e pronta alla quarantena del giovane dato che non c’era stata alcuna possibilità alternativa di osservare l’isolamento altrove (inutile dire che le Istituzioni isolane non hanno un piano e un luogo da mettere a disposizione per eventuali quarantene, anche se a pagamento).

 

Nella giornata di lunedì 9 marzo, è atterrato a Napoli, si è spostato in Alibus da Capodichino al Beverello. I più attenti ricorderanno che proprio lunedì sono iniziati i controlli al Beverello, al giovane è stata misurata la temperatura (così come in aeroporto) che risultava essere ampiamente negli standard. Ha viaggiato con l’aliscafo Alilauro delle 14.35 e la compagnia già aveva provveduto ad organizzarsi per garantire che a bordo ci fosse 1 metro e oltre di distanza tra i passeggeri. Forse la fortuna, il destino, forse una benedizione: il giovane non era seduto accanto a nessuno e l’aliscafo aveva a bordo pochi passeggeri che tranquillamente hanno rispettato la distanza. Arrivato a Ischia, è stato prelevato dalla mamma e il giovane – sulla scia delle precauzioni prese già in tempi ancora non sospetti – si è seduto sui sedili posteriori dell’auto. Rientrato a casa è scattato l’isolamento.

 

A proposito di quanto successo a casa e con i suoi familiari, innanzitutto c’è da dire  che, tolta la mamma con cui c’è stato un minimo contatto in occasione del trasferimento dal porto a casa, nessun altro familiare è entrato in contatto. Il giovane infatti è stato sin da subito chiuso in camera, da solo ha fatto il suo bucato, mangia da solo e in momenti diversi dai suoi familiari che disinfettano ogni suo passaggio. Dunque ritornando alle tappe, lunedì pomeriggio il giovane era a casa e senza febbre, lo stesso è successo anche nella giornata di martedì. In questi due giorni i suoi familiari hanno avuto una vita normale, ma gli spostamenti sono stati praticamente nulli se si considera che nessuno dei due genitori ne’ tantomeno la sorella 30enne stanno lavorando in questo periodo. Solo la madre è uscita per fare la spesa. Come già avevamo anticipato, secondo gli esperti bisogna considerare che un eventuale contagio non è immediato, sono necessarie diverse ore prima che effettivamente una persona sia positiva e quindi eventualmente possa trasmettere ad altri il virus.

 

Nel giorno del suo rientro (lunedì), il giovane ha provveduto ad autodenunciarsi alla guardia medica che ha provveduto ad informare gli organi competenti. L’allarme è scattato nella giornata di mercoledì, quando al mattino, misurata come al solito la temperatura, questa aveva raggiunto i 38°, a ciò però non si aggiungevano altri sintomi se non una rara e leggera tosse. Nel pomeriggio, una volta accusato anche un dolore allo sterno e difficoltà respiratorie,  immediatamente è stato avvertito il medico curante e dopo una serie di consulti con la guardia medica, nel pomeriggio è arrivata un’ambulanza per specifici accertamenti su quelli che erano i valori (tutti stabili) del giovane; c’era tuttavia un sospetto per quelli che erano i sintomi  che rientravano nei possibili casi di COVID. Una seconda  squadra di sanitari ha provveduto ad effettuare nel tardo pomeriggio di mercoledì il tampone (ne vengono fatti due).

 

Dalla mattinata di mercoledì, momento in cui è scattato l’allarme, nessuno dei tre familiari ha lasciato l’abitazione e la spesa viene lasciata da amici all’esterno dell’abitazione stessa. L’esito – che inizialmente era atteso nella serata di giovedì – in realtà è arrivato nella serata di venerdì, nel turno serale delle analisi. In mattinata e nel pomeriggio erano quindi infondate le voci di un caso positivo.

 

Questa è la ricostruzione che passo per passo hanno in mano gli organi competenti e da qui si intuisce il cauto ottimismo su una possibile scongiura di altri casi positivi. Restano da attenzionare i familiari, non tanto perché possano aver avuto altri contatti (come detto se ci sono stati sono avvenuti tra lunedì e martedì, giorni in cui non potevano essere infetti), ma per la loro stessa salute. Al momento il ragazzo sta meglio, la febbre è in calo e nessuno dei familiari ha sintomi. Non è stato effettuato alcun tampone sui familiari, eventualmente sarà l’ASL a decidere se sia necessario o meno farli. Probabilmente, scongiurando una positività dei tre familiari (mamma, papà e una delle due sorelle), si arriverebbe a rendere davvero minime le possibilità che si generino altri casi positivi.

 

Siamo davanti ad una ricostruzione che dovrebbe essere quella di ciascuna persona in rientro da una vacanza, o da un viaggio di qualsiasi genere, soprattutto se dalle zone a rischio. Insomma, è stato fatto ciò che si doveva fare. Non è bastato, però, per evitare la gogna social. Addirittura la diffusione di documenti con tutti i dati sensibili di ciascun componente familiare (compreso una sorella e tre nipoti minorenni che non hanno avuto nessun contatto) è arrivata ad essere virale su whatsapp. Le denunce scatteranno a breve e se il luogo da cui possono essere partiti i documenti può essere facilmente intuibili, le Forze dell’Ordine dovranno indagare su chi abbia dato il via alla vergognosa catena. Di questo ne parleremo in un articolo a parte, seguiranno nei prossimi giorni anche aggiornamenti sullo stato di salute del ragazzo e dei suoi familiari insieme ad eventuali altri sviluppi della vicenda.

 

 

 

 

 

 

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