Proponiamo di seguito il racconto struggente di una giornata (stra) ordinaria del prof. Domenico Castagna, insegnante della sezione N del Tempo Prolungato della scuola Giovanni Scotti di Ischia, pietra miliare del plesso e punto di riferimento per tantissime generazioni di ischitani che con lui si sono formati.
“Insegno al TP della Scotti da tempo immemorabile, perciò non fatico a considerarlo la mia seconda famiglia. Al TP l’atmosfera è molto particolare. Il corridoio delle classi del tempo prolungato, ad esempio, è un brulicare di voci, un continuo andirivieni di insegnanti che si scambiano un sorriso, un consiglio, un abbraccio. L’eco delle risate dei ragazzi si mescola al fruscio delle pagine che sfogliano, creando una musica familiare. Il taglio della didattica al tempo prolungato è molto laboratoriale , per cui spesso l’aria che si respira è satura di profumi: la cancelleria nuova, la colla, la vernice.Le porte delle aule sono quasi sempre aperte e invitano chi passa a entrare. E così, N., con la sua insegnante di sostegno al seguito, spinge leggermente la porta e si siede in fondo alla classe, incuriosito dalla storia che sto raccontando. La sua presenza è discreta, ma la sua attenzione, così intensa, mi riempie il cuore. I suoi grandi occhi scuri sono incollati ai miei mentre seguo le avventure del protagonista.
E poi c’è X., che conosce il nome di tutti, grandi e piccoli. È sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Non vuole sentir parlare di scuola “elementare”, perché lui è grande, ormai. Chiede insistentemente di andare a mangiare la pizza al ristorante e di fare delle gite, anche solo alla spiaggia di San Pietro. E poi F., che mi corre incontro non appena mi vede, stringendomi forte in un abbraccio che mi scioglie il cuore.
In questo piccolo angolo di scuola, le barriere si dissolvono. Le etichette vengono messe da parte. Siamo semplicemente insegnanti e alunni, uniti da un desiderio comune: imparare, crescere, condividere. L’atmosfera è accogliente e familiare. Giovanna, Irene, Mirna e gli altri sono i nostri angeli custodi, sempre pronti a offrire una mano, una parola di conforto, un consiglio prezioso.
E poi c’è quella sedia vuota, posta all’angolo dell’aula, un invito silenzioso. Un invito a entrare, a partecipare, a far parte di questo mondo speciale. È un simbolo di accoglienza, di apertura, di inclusione. Ogni giorno, quella sedia si riempie di volti diversi, di storie diverse, di emozioni diverse. E ogni volta, è come se il nostro piccolo mondo si arricchisse di un nuovo tassello.
Ogni giorno, in questo nostro piccolo mondo, testimoniamo la magia dell’inclusione. Vediamo ragazzi con bisogni speciali che partecipano attivamente alla vita della classe, che stringono amicizie, che sorridono. Il tocco leggero di una mano, un abbraccio spontaneo, un sorriso condiviso: sono questi i piccoli gesti che rendono il TP un luogo speciale. E capiamo che la scuola può essere molto di più di un luogo dove si trasmettono conoscenze. Può essere un luogo dove si costruisce un futuro più bello, un futuro fatto di rispetto, di comprensione e di solidarietà.
Mi sarà difficile staccarmi da questo mondo. Per adesso non ci voglio pensare.”