Siamo di ritorno ad Ischia con Eddy, il più giovane dei nostri Ragazzi. Li ringrazio tutti, hanno dimostrato di essere squadra anche e soprattutto nei momenti di difficoltà. Da soli hanno gestito il difficile rientro a Napoli, scortati dalle forze dell’ordine, che ringrazio per l’intervento, da soli ed insieme hanno organizzato la cena, il pernottamento a Napoli. Forse è l’unica ragione per la quale vale la pena pensare di continuare oltre a quella di non cedere alle minacce, alle intimidazioni, alle offese, alla gratuita violenza, alle ingiustizie.
Ringrazio anche il Sindaco di Marigliano, l’assessore Coppola, Peppe Sodano e tutti gli amici di una città di persone per bene ed amiche che mi hanno dato supporto in queste ore.
Ringrazio ovviamente gli amici di Ischia e quelli che nel tempo ho avuto la fortuna di incontrare grazie allo Sport ed alla Pallacanestro che in queste ore hanno manifestato affetto e solidarietà.
Le altre vicende saranno affrontate in altri luoghi ed in altri ambiti, in quelle sedi qualcuno spiegherà cosa significa saper perdere o saper vincere e del perché nel segno di una cultura diversa vengono organizzate missioni punitive.
La Città di Marigliano ed i suoi cittadini, la Federazione Sportiva, il CONI, lo Sport sono parte lesa in questa vicenda.
Manifestare rammarico per un evidente errore che ha offeso sensibilità, sacrifici e buon senso anche alla luce di una inopportuna designazione, vedi Caserta, non legittima minacce o violenza. Intervengono, se di rito, le opportune sanzioni ma non spintoni o calci, o minacce. Ci è stato spiegato che non ci hanno ammazzato solo perché con noi gioca un loro ex atleta! Saranno gli studiosi a descrivere questo comportamento se è riferibile ad un’Associazione Sportiva o ad altri tipi di organizzazioni definendo un ex atleta quasi come un lasciapassare.
Ho sempre ritenuto e ritengo che il rettangolo di gioco, gli spogliatoi e le strutture sportive siano dei luoghi sacri dove ognuno deve e può sentirsi sicuro e libero di salutare un amico sugli spalti, peraltro solo perché sollecitato dallo stesso, di dare sfogo alle proprie passioni, ai suoi migliori sentimenti nel rispetto dei più alti principi riferibili allo Sport, Lealtà e Solidarietà.
Una questione di CIVILTA’!
Siamo usciti dal tempio profanato tra le minacce e nessuno, nessuno che si sia preoccupato di rasserenarci, di scusarsi o di chiedere se avevamo bisogno di supporto. Ora è fondamentale rientrarci presto in quel tempio di incontro, di formazione e crescita, quanto prima, per dimenticare giocando e dimostrarci degni di quel rettangolo di gioco, di quegli spogliatoi, di quel luogo di incontro. Degni interpreti dello Sport e di quel bellissimo GIOCO che, nonostante tutto, è la PALLACANESTRO.